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Giovanna Finaldi

Van Gogh e i mangiatori di patate o di zuppe?

L'8 ottobre 2022 a Palazzo Bonaparte a Roma è arrivata la mostra dedicata interamente a Van Gogh. Si parte dal suo famosissimo Autoritratto come manifesto e punto di riferimento visivo per l’esposizione.

La mostra vuole celebrare i 170 anni dalla morte di Van Gogh.

Il celebre pittore tuttavia, durante la sua vita, non fu apprezzato a causa dei suoi problemi mentali. Una vita difficile quella che vede come protagonista il pittore che continuò a dipingere nonostante la costante mancanza di interesse nei suoi confronti. Ebbe per tutta la sua esistenza una severa depressione, tra episodi psicotici e una grande solitudine. La sua condizione di salute rovinò i suoi rapporti di amicizia, il più travagliato fu quello con Paul Gauguin. Fine in modo drammatico: dopo uno scontro fra i due, in un momento di rabbia, Vincent Van Gogh arrivò a tagliarsi una parte dell’orecchio sinistro con un rasoio. La sua vita, ciò che si vuole celebrare con questa mostra, terminò con il suicidio all’età di 37 anni, in condizioni di povertà. Sono 50 le opere presenti, tra dipinti e disegni provenienti dal Museo Kröller-Müller di Otterlo. Una delle mostre più attese degli ultimi anni a Roma, in cui sarà possibile ammirare alcune delle sue opere più significative tra cui “Il Seminatore”. L'opera è tornata al suo posto dopo essere stata presa di mira da alcuni attivisti ambientalisti che l'hanno colpita con della passata di piselli.


‘Il seminatore‘, è un olio su tela che Van Gogh dipinse nel giugno 1888 ad Arles.



Dopo l’atto ignobile, così definito dal ministro della cultura, le tre giovani responsabili, ispirandosi all'azione delle attiviste di Just stop oil ai danni del dipinto I Girasoli sempre di Vincent Van Gogh alla National Gallery di Londra, hanno incollato le mani alla parete.

Ma qual è il perché di questi gesti? Innanzi tutto per dare visibilità alla causa di sensibilizzazione sui temi dell'ambiente. C'è dunque l'intento di protestare contro la crisi climatica e l’incremento della povertà tra la popolazione mondiale. Ma perché puntare il mirino proprio sulle opere d’arte? Il nesso non è sembra evidente. Eppure, se prendiamo in considerazione l’atto avvenuto alla National Gallery di Londra e la campagna “Just Stop Oil” se ne comprende la strategia. Il gesto, che ha portato all’arresto delle due attiviste, è stato ampiamente visto e commentato sul web. Loro stesse prima di essere arrestate hanno rivolto un’invettiva contro l’indifferenza globale rispetto alle sorti del pianeta e dei suoi abitanti ponendo alcune domande.


"L’arte vale di più della vita? Più del cibo? Più della giustizia?" 
"L’arte è importante, dovrebbe essere consegnata nelle mani delle generazioni future, ma quando non c’è cibo a che serve l’arte?" 

"Quando non c'è acqua, a che serve l'arte? Quando miliardi di persone soffrono e soffrono, a che serve allora l'arte?".

Credono che se il mondo finirà le opere d’arte finiranno con quest’ultimo e non serviranno dunque più a nulla.


Giovanna Finaldi, VF

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