Nell’autunno del 2023, presso il Liceo Statale Giuseppe Peano di Roma, è stato avviato un progetto sperimentale denominato “Valutazione Descrittiva”. Questa innovativa metodologia ha sostituito le tradizionali valutazioni numeriche nel corso dei quadrimestri con descrizioni analitiche volte a delineare il raggiungimento degli obiettivi formativi, sia sul piano didattico che umano, da parte degli studenti.
L’iniziativa ha riscosso un successo significativo nel corso dell’anno scolastico 2023/2024, coinvolgendo le classi 1B e 1C. I risultati ottenuti sono stati straordinari: una marcata riduzione del numero di rimandati e bocciati, unitamente a un calo delle assenze; ridotte a un terzo rispetto alle altre sezioni.
Sull’onda di questo esito positivo, il Collegio dei docenti ha deliberato il proseguimento del progetto per l’anno scolastico 2024/2025, estendendolo a nuove classi prime, le sezioni 1B e 1C.
Recentemente, il sistema è stato oggetto di alcune modifiche mirate a potenziarne ulteriormente l’efficacia. Tra le novità introdotte, spicca la decisione di affiancare alle valutazioni descrittive un voto numerico una tantum per ciascuna disciplina nel corso del quadrimestre prima delle valutazioni di fine quadrimestre (le pagelle!). Questo intervento, discusso e approvato in sede collegiale, mira a garantire agli studenti una più chiara consapevolezza della propria situazione didattica, pur preservando l’impianto formativo e umano che caratterizza l’iniziativa. Il voto, inoltre, mantiene un peso limitato– una modalità che ne evidenzia la natura meramente indicativa, senza influire sulla media finale.
Tale scelta si configura sia come un atto difensivo nei confronti della scuola, volto a evitare il rischio di soppressione del progetto – come avvenuto presso il Liceo Morgagni – sia come una decisione audace e lungimirante, che merita riflessione. Tuttavia, essa solleva alcune criticità: la maggiore libertà concessa al docente nella definizione del metodo di valutazione potrebbe relegare in secondo piano la componente descrittiva, spingendo gli studenti a concentrarsi maggiormente sul voto piuttosto che sul miglioramento delle proprie competenze. Questa tendenza riflette un fenomeno diffuso: la propensione degli studenti a perseguire il mero raggiungimento della sufficienza, anziché aspirare a un ampliamento delle proprie conoscenze.
La scuola, come ricorda il professor Corsini di Roma Tre, ha il compito fondamentale di “preparare soggetti in grado di mettere in discussione lo stato di cose presente”. Questo obiettivo può essere perseguito anche attraverso il sistema di valutazione descrittiva, che non è sinonimo di una “scuola senza voti” – poiché il voto in pagella è comunque prescritto per legge – ma rappresenta un metodo più rigoroso, finalizzato a formare individui capaci di pensiero critico. Non semplici esecutori, dunque, ma pensatori in grado di riconoscere e denunciare le ingiustizie o gli errori nei confronti.
D’altro canto, il voto numerico, se ben integrato nel sistema, può rivelarsi un complemento efficace. Esso, pur sembrando un'apparente contraddizione con l’impianto descrittivo, si avvale della familiarità consolidata con il sistema numerico come strumento di valutazione, che agevola la comprensione dei risultati attraverso la logica e il calcolo.
Ognuno di noi è, infatti, consapevole del fatto che siamo abituati a valutarci attraverso un numero perché è un metodo semplice, mentre comprendere a fondo le proprie capacità può risultare più complesso. La comprensione delle capacità per uno studente è importantissima e il potenziamento di queste ultime può essere ritrovato soprattutto al confronto e la cooperazione che in questo caso batte la tipica competizione del sistema valutativo tradizionale. Nel cosiddetto sistema finlandese, la valutazione si basa su diversi criteri, suddivisi in Area Relazionale e Area Apprendimento.
Un sondaggio, organizzato autonomamente dagli studenti del secondo anno, ha indagato il valore attribuito al voto numerico rispetto al sistema descrittivo adottato nell’anno precedente.
I risultati hanno evidenziato un ampio consenso favorevole alla riforma: la maggioranza degli studenti ha espresso apprezzamento per il nuovo assetto, ritenendolo funzionale e ben strutturato. Questo esito conferma la solidità del progetto, fondato su un pilastro fondamentale: l’autovalutazione, che consente allo studente di confrontarsi in modo costruttivo con il docente e il suo metodo valutativo.
Questo conferma la natura riflessiva e democratica del progetto, in cui gli studenti, di propria iniziativa, possono confrontarsi e discutere della sperimentazione, contribuendo al suo miglioramento.
È interessante osservare come un buon numero di persone ha risposto di trovare indifferente l’aggiunta o meno di una valutazione numerica come se non trovassero effettive differenze rispetto all’anno precedente.
Riportiamo una breve intervista svolta da uno studente a uno dei professori esponenti del sistema descrittivo. Ringraziamo il docente per la sua disponibilità.
Ci può gentilmente spiegare brevemente in cosa consiste il sistema della valutazione descrittiva?
La valutazione descrittiva consiste nell’attribuire una valutazione sommativa che tiene conto delle modalità di apprendimento trasversali. Per maggiore chiarezza, il valore numerico non deriva dalla media delle interrogazioni, ma da numerosi fattori indicati nelle schede valutative apposite.
Di conseguenza, le verifiche possono essere commentate e valutate dagli studenti, eliminando il malessere legato allo stress per la media matematica.
Inoltre, ciascuno studente parte da livelli di competenze diversi e viene premiato anche per l’impegno. In questo modo, gli studenti di livello “basso” sono quelli che traggono maggiore beneficio da questo tipo di sistema valutativo.
È importante sottolineare che i voti numerici (rari ma possibili) non fanno media; l’interpretazione della valutazione dipende dal docente, il quale sceglie come attribuire il giudizio finale.
Lei ritiene che il sistema valutativo odierno sia migliore o peggiore rispetto a quello utilizzato nella sua generazione?
Onestamente ritengo che sia peggiore, perché con l’introduzione del Registro Elettronico il voto è diventato pubblico e costantemente visibile sia dagli studenti sia dai genitori.
In passato, il voto era annotato solo nel registro cartaceo del professore e quindi aveva meno importanza, poiché non era accessibile tramite una piattaforma.
Ritiene che questo sistema verrà mantenuto anche nei prossimi anni o rischia di essere abbandonato come è accaduto al Liceo Morgagni?
Dipende da come andrà la sperimentazione e se porterà a risultati positivi, contribuendo a cambiare il modo di pensare sia dei docenti che degli studenti. L’anno scorso abbiamo ottenuto ottimi risultati.
L’importante è non ampliare troppo il sistema descrittivo, come avvenuto al Morgagni. In quel caso, sono state create più sezioni, aumentando la richiesta di professori, ma non tutti hanno le competenze o l’attitudine necessarie per lavorare in questo tipo di contesto.
Va ricordato che queste sezioni rappresentano una visione rivoluzionaria del sistema valutativo, in cui la scuola viene concepita come uno spazio di formazione, non di selezione.
Concorda con l’affermazione che la valutazione descrittiva sia una scelta politica?
Certamente, sono assolutamente d’accordo. La valutazione descrittiva si fonda sulla cooperazione, non sulla competizione. In fondo, una visione politica cerca il bene per la polis e, in questo caso, per la scuola.
Flavio Bellucci, 2B
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