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Giovanna Finaldi

Una donna italiana a Parigi

Per celebrare al meglio la giornata mondiale della donna diamo un'occhiata alla designer e architetta italiana per eccellenza, Gae Aulenti, che restaurò l’ex stazione ferroviaria della Gare d'Orsay di Parigi, uno dei musei più celebri ed acclamati dei nostri giorni. Oggi noto per ospitare le opere più importanti dell’impressionismo francese, ma non solo.


Il restauro che la designer apportò al Museè d’Orsay è una delle sue realizzazioni più celebri. Si scelse di collocare il museo dentro un'antica stazione ferroviaria la Gare d'Orsay che ai tempi era la più celebre ed importante stazione parigina perché proprio qui venivano accolti gli ospiti di rilievo come reali, politici e figure di spicco dell’epoca. Fu la prima volta che un edificio industriale veniva restaurato per ospitare un importante museo ed il progetto grazie all’intervento di Gae Aulenti ebbe il successo sperato.


Torniamo indietro nel tempo e diamo uno sguardo

alla storia precedente al museo e alla stazione stessa.

Nell’Ottocento, nella zona in cui oggi troviamo il Museo, erano presenti una caserma per la cavalleria e il Palazzo d’Orsay, che originariamente doveva ospitare il ministero degli Esteri (che oggi si trova ad un chilometro dal museo). Il Palazzo d’Orsay non divenne mai il ministero ma ospitò il Consiglio di Stato, anche se quest’ultimo ebbe comunque vita breve e infatti nel 1871 fu incendiato durante la Commune di Parigi. L’idea della stazione nacque in vista dell’Esposizione universale del 1900 per avere una stazione ferroviaria più centrale rispetto a quella di Austerlitz. Il progetto era di Victor Laloux, architteto eclettico a cui piaceva mescolare differenti stili. Tutto ciò venne eseguito in poco tempo dato che tutta Parigi doveva essere pronta per l’Esposizione Universale del 1900. Il suo funzionamento durò fino al 1939.

Solo nel 1980 il progetto di ristrutturazione prese vita e, come ben sappiamo, venne affidato alla nota architetta italiana Gae Aulenti la quale scelse di conservare la struttura originale della stazione come ha affermato lei stessa:

“Il mio principio era di proteggere il meglio possibile l’identità dell’edificio di Laloux senza rinunciare all’identità dell’edificio contemporaneo”.

(Gae Aulenti all'ingresso del Musée d'Orsay)


Il restauro venne più precisamente affidato al gruppo ACT-Architecture, i cui componenti decisero di rispettare il più possibile la struttura e i materiali preesistenti. A Gae Aulenti venne invece affidata la disposizione degli spazi interni e la progettazione dei percorsi espositivi. A lei si deve la scelta della pietra calcarea chiara, che fornisce luminosità alle sale sfruttando al meglio la luce proveniente dalla volta in vetro e metallo. Il percorso dell'esposizione si articola su tre livelli, utilizzando la navata centrale (dove precedentemente correvano i binari dei treni) come fulcro principale da cui si dipartono terrazze e passaggi.

Le opere sono disposte secondo due criteri:

  1. un criterio cronologico identificabile se si segue il percorso come da indicazioni

  2. un criterio monografico, per cui le sale rimanenti sono dedicate a un singolo autore o a una corrente. Il visitatore è pertanto in grado di collocare gli oggetti secondo i periodi e gli stili di appartenenza.




Molti sono stati gli avvenimenti recenti legati al Musée d'Orsay tra cui ricordiamo:

La sfilata dell'ultima collezione di Nicolas Ghesquière per Louis Vuitton, tenutasi presso il Museo d’Orsay in alcune delle sale dorate presenti nel museo.

L'ordine per il Museo di restituire i dipinti rubati di Cézanne, Renoir e Gauguin appartenenti agli eredi del mercante d’arte Ambroise Vollard tra questi ci sono
“Veduta marina, Guernsey” (1883) e “Il giudizio di Parigi” (1908-1910) di Renoir, “Natura morta con mandolino” (1885) di Gauguin e “Sotto il bosco” (1890-1892) di Cézanne.
Quest'ultime citate sono le quattro opere ritrovate in Germania alla fine della Seconda guerra mondiale, che dopo essere state rimpatriate in Francia e affidate alla custodia dei musei nazionali, dovevano essere restituite ai loro proprietari, cosa finora non accaduta. 

L'annessione alla collezione espositiva del Museo un quadro il cui valore viene stimato intorno ai 43 milioni di euro, si tratta dell'opera "Parte della barca” del pittore Gustave Caillebotte

Il consiglio a coloro che leggono è dunque di andare a visitare il museo, se non l’aveste ancora fatto. Non solo per la recente acquisizione del quadro di Caillebotte ma anche perché a breve il Museo sarà costretto a dover restituire alcuni quadri che sembra non gli spettino di diritto...


-Giovanna Finaldi, VF

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