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Immagine del redattoreGiornalino Peano

TRUMP BANNATO DAI SOCIAL

Censura o sicurezza? Ha fatto discutere la scelta di eliminare l’ex presidente degli USA da parte di aziende private


Dopo gli eventi a Capitol Hill, Trump è stato eliminato da molte piattaforme social con ”l’accusa” di aver incitato alla violenza ogni suo sostenitore.

Il fatto che tutti hanno il diritto di manifestare liberamente i propri pensieri con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione e devono essere rispettati anche se non condivisi, è recitato dagli articoli sulla Libertà di espressione di qualsiasi Carta costituzionale dei paesi democratici. Per questo il caso di Trump ha fatto scalpore in quanto, queste libertà, sono state minate da aziende private. Ultimamente ogni comunicazione, ufficiale o non, da parte di un partito o soggetto politico avviene tramite social networks quali, Facebook o Twitter, consentendo ad ognuno la possibilità di far sentire la propria voce in relazione ad un fatto. Questa policy non è stata rispettata dai colossi social quando Trump, in un post, ha incitato i suoi sostenitori ad assaltare il palazzo del congresso e delle camere a Capitol Hill, per reazione alla propria “destituzione” dopo la sconfitta elettorale.

Rispetto a quanto detto in precedenza, si è discusso molto su cosa potesse essere considerato “censura” e cosa no. Molti, anche contrari e oppositori del politico newyorkese, hanno criticato aspramente le scelte di Zuckerberg (Facebook) e Dursey (Twitter) in quanto non corretto eticamente. Altri ancora hanno sostenuto la decisione dei colossi con una tesi dimostrante il fatto che senza ban, Trump avrebbe ancora di più incitato le persone a causare altri disagi. Questa pressione mette a repentaglio la nostra volontà di esprimersi con sincerità. La nostra presenza sul web, comunque, è legata alla pura volontà di società private: queste, per interesse, possono cambiare il nostro stato in funzione del loro prodotto, in assenza di regolamentazione. Nel caso di Trump lo scopo principale era quello di evitare l’incitamento alla violenza, ma in altri casi, decisioni simili, potrebbero rivelare secondi fini.

La libertà di pensiero deve essere difesa da ogni forma di potere che sia politico, militare o economico. Basti pensare alla pubblicità gratuita sui social: quando leggiamo una notizia sui social, le pagine sono intasate da pubblicità che contengono informazioni manipolate da parte dell’economia.

Tutti dovrebbero essere liberi ma non sempre è stato così. L’uomo si è battuto per ottenere questo diritto. Oggi poter scrivere ciò che si pensa è un dono prezioso, sembra la cosa più naturale, ma non lo è affatto.

La storia ci dimostra che l’informazione è potere: se pensiamo all’antichità notiamo che la scrittura apparteneva alla classe sociale superiore. Le autorità religiose e civili nel corso dei secoli hanno usato la censura limitando o distruggendo la libertà di pensiero.

Un esempio eclatante di censura è quello che fu messo in atto dalla Chiesa Cattolica nella seconda metà del 1500, costituendo l’Indice dei libri proibiti , elenco di libri ritenuti pericolosi e, quindi, da distruggere. Anche l’informazione giornalistica spesso viene usata e manipolata dalle autorità di diversi paesi per mostrare una realtà diversa da quella che realmente è. Un esempio avvenne durante la guerra nel Vietnam quando non vennero rese note le atrocità commesse dagli americani.

Simone Ferrazza 4I

Gabriele Lacerenza 4I

Mattia Gualtieri 4F

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