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Immagine del redattoreGiornalino Peano

TELEFONI A MADRID, IL BANDO

Il rientro a scuola dello scorso settembre, è stato un rientro difficile per tutti, con tutte le novità che la pandemia ha necessariamente portato con sé; distanziamento tra

banchi, le mascherine di FCA distribuite a pacchi nelle scuole con la filtrazione molto inferiore al minimo 95%, e come se non bastasse un’altra importante novità ha caratterizzato gli studenti al centro della Spagna, per le scuole di Madrid infatti, è stato introdotto un bando all’utilizzo dei cellulari in ambiente scolastico, questo provvedimento coinvolgerà 1700 scuole, sia pubbliche che private, per un totale di circa ottocentomila studenti dalle elementari alle superiori.

Madrid afferma che questa iniziativa fa parte di un impegno per l’utilizzo responsabile di queste nuove tecnologie, ed è volto a migliorare i risultati degli studenti oltre ad arginare i casi di cyberbullismo. I telefoni potranno essere usati se richiesto dall’insegnante e solo a fini didattici, portando a punizioni immediate e ammonimenti formali in caso di trasgressione alla regola.

Anche in Italia questo argomento è dibattuto, una scuola biellese ha deciso che i telefoni vanno appesi alla parete come cappotti, e la ex ministra Azzolina aveva detto che “Ormai è impossibile pensare ad una scuola senza PC, tablet o cellulari. Sta a noi far sì che gli studenti ne facciano buon uso” e che dovevano essere “sussidi della didattica, non sostitutivi del libro di testo”.

Nei prossimi paragrafi saranno riportate le opinioni di alcuni dei professori del Peano sulla questione di Madrid e del corretto utilizzo dei cellulari a scuola ma invitiamo chiunque abbia un’opinione differente a scriverla nei commenti per sapere cosa ne pensano gli studenti di questa scuola.

Come poter non iniziare da colei che ha fornito una simile alternativa, mai portata a termine, durante l’anno scolastico 2018-19, la professoressa Sardella infatti ha esposto la propria approvazione per l’iniziativa intrapresa da Madrid. Organizzò a tale proposito una conferenza con un professore del CNR sugli effetti biologici causati dai campi elettromagnetici prodotti dai cellulari. L’iniziativa consisteva nella presenza di un contenitore in plexiglass in ogni aula dove riporre i propri dispositivi durante l’orario scolastico. La classe scelta per un periodo di prova ha ottenuto ottimi risultati tra cui una calma generale ed una concentrazione maggiore.

La professoressa Romani, non completamente in disaccordo con Madrid, confida però nella maturità e nella responsabilità degli studenti contemplando il ritiro sono in casi strettamente necessari. Continua poi l’insegnante sottolineando quanto sia diseducativo al giorno d’oggi affidare nelle mani dei più piccoli uno strumento così potente e come, anche nelle età successive possa causare una sostituzione del ragionamento. I cellullari infatti, se utilizzati in modo scorretto limitano non solo la concentrazione ma anche la capacità di esprimersi e di sviluppare la propria memoria.

Come la Romani anche il professor Moretti confida principalmente sulla responsabilità dello studente nell’imporre a sé stesso dei limiti, esclude però totalmente il ritiro dei telefoni in classe, soprattutto trattandosi di una scuola superiore.

In una società in cui la tecnologia è “esplosa” ed è diventato indispensabile il suo l’utilizzo nella quotidianità, è fondamentale la propria moderazione, specialmente durante un’età così complessa nella quale l’apprendimento ha un ruolo fondamentale. La sua opinione riguardo l’utilizzo generale dei dispositivi mobili è quello di un semplice strumento di comunicazione.

A fornire una visione più tecnica sulla questione è stato il professor Minno di informatica, il quale vorrebbe proporre un’iniziativa con simile scopo a quella intrapresa da Madrid, con l’ausilio di armadietti a gettoni all’ingresso dell’istituto dove riporre il proprio telefono. Alla base di queste idee ci sono una serie di studi che lo hanno fatto riflettere sulla problematica dei cellulari. Infatti secondo delle recenti ricerche da parte dell’università di Chicago, la presenza stessa del cellulare accanto al proprio possessore, limiterebbe notevolmente l’attenzione e di conseguenza le funzioni cognitive. Una serie di persone sono state sottoposte a dei semplici test logico-matematici, dapprima con il dispositivo accanto (in alcuni casi spento, in altri in silenzioso), poi riponendolo in un’altra stanza; grazie a ciò si è potuto notare un notevole accrescimento delle capacità di risoluzione degli individui distanti dai cellulari.

quando capiremo davvero i possibili danni che portano i telefoni? E quali soluzioni adotteremo in futuro per prevenirli? Sarà necessaria una regressione della tecnologia a tutela della salute o ci evolveremo per contrastarli?

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