Figura barbina di Salvini in Polonia
"Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi." (Albert Einstein)
Ancora una volta il leader della Lega ha dimostrato che il celebre aforismo dell’uomo più intelligente di tutti i tempi, rivela una inconfutabile verità.
Dopo due anni di pandemia, peraltro non ancora del tutto superata, questo mondo irrequieto si è macchiato del sangue delle povere vittime di una nuova guerra scoppiata nel cuore dell’Europa. Il capo del Cremlino, Vladimir Putin, non contento delle migliaia di morti provocate dal Covid, ha pensato bene di scatenare un conflitto armato, invadendo l’Ucraina. Premettendo che le sue ragioni, da alcuni più o meno condivisibili, non giustificano l’orrore che coinvolge non solo la popolazione ucraina, ma anche le migliaia di giovani soldati russi mandati a combattere a loro insaputa, la guerra è un atto deprecabile e obsoleto e quindi da condannare. La popolazione ucraina subisce continui bombardamenti che colpiscono non solo gli obiettivi strategici, ma anche le zone residenziali, gli ospedali, le scuole e provocano centinaia di vittime tra i civili. Migliaia di famiglie e di bambini stanno tentando di lasciare il paese nel tentativo di salvarsi la vita e nella speranza che i piccoli possano avere un futuro. In Polonia, Romania, Moldavia, stanno confluendo migliaia di profughi, gente terrorizzata che ha abbandonato tutto, il lavoro, la casa o quel che ne rimane, in cerca della salvezza. La Comunità europea sta organizzando l’accoglienza temporanea dei profughi ucraini in attesa che questa assurda guerra finisca. Centinaia di associazioni, costituite da volontari veramente motivati, sono coinvolte nell’organizzazione degli aiuti. Persino alcuni nostri esponenti politici, in perenne campagna elettorale, si mostrano impegnati e si prodigano nel dare il loro contributo. Alcuni giorni fa, Matteo Salvini, rinviato a giudizio per aver “sequestrato" per un paio di settimane una nave carica di migranti provenienti dal continente africano, mosso dalla sua improvvisa, o forse riscoperta, considerazione e solidarietà per i profughi di guerra, si è recato in Polonia, in missione di pace: “aiutare queste donne, bimbe, madri e nonne è un dovere per ciascuno di noi”. Giorni prima il leghista, durante una conferenza stampa, aveva dichiarato: “Sto valutando la possibilità tecnico-logistica di essere in presenza perché, al di là delle manifestazioni, un conto è invocare la pace un conto è esserci in presenza. Sto ragionando con l’ambasciata italiana, la Caritas, Sant’Egidio. Ho inviato messaggi al premier polacco e ungherese per avviare dei corridoi di pace. Stiamo lavorando a un grande movimento per pace che si frapponga alla guerra”. Salvini ha anche detto di voler andare in Ucraina con Caritas e Croce Rossa, ma puntualmente entrambe le organizzazioni lo hanno smentito negando qualsiasi contatto. Tuttavia, il leader del Carroccio, forse in cerca di ulteriore visibilità (data peraltro dalle continue figuracce), si è recato ugualmente in Polonia, ma la “missione” non è andata proprio secondo le sue aspettave. Una volta arrivato alla stazione di Przemysl, la cittadina a una decina di chilometri dal confine con l’Ucraina, punto d’approdo per migliaia di profughi, Salvini è stato contestato non solo da un gruppetto di italiani ma anche dal sindaco della città, Wojciech Bakun. Il primo cittadino, dopo aver inizialmente ringraziato l’Italia, ha poi mostrato una maglietta con il volto di Putin, la stessa che Salvini indossava in una foto scattata nella Piazza Rossa, a Mosca. Poi si è rivolto a Salvini e gli ha gentilmente comunicato che non lo avrebbe ricevuto. Inutili i tentativi del leghista di giustificarsi rispondendo in inglese e vantando al stessa padronanza mostrata dal suo omonimo collega, (Renzi!), entrato negli annali per il suo ”shock because”. Costretto ad allontanarsi, Salvini è stato ulteriormente contestato da un gruppo di italiani a suon di: “Buffone, vergognati “. “Non ci interessa la polemica della sinistra italiana o polacca, siamo qui per aiutare chi scappa dalla guerra” ha dichiarato poco dopo. Peccato che il sindaco polacco sia un esponente di Kukiz’15, un piccolo movimento di destra, nazionalista e populista. Dopo questa ennesima cantonata, al rientro a Roma, il senatore è stato intercettato da Valerio Staffelli di “Striscia la notizia” che gli ha consegnato il meritato “Tapiro d’oro”.
Riccardo Tomassoli, 4°I
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