Martedì 7 Marzo 2023, ore 18:30, al Teatro Garbatella di Roma, si è tenuta una conferenza alla quale hanno partecipato varie figure pubbliche importanti tra cui attori, scrittori, giornalisti e un magistrato: Luca Zingaretti (attore), Lunetta Savino (attrice), Andrea Purgatori (giornalista), Saverio Lodato (scrittore e giornalista), Sigfrido Ranucci (scrittore e giornalista), Nino Di Matteo (magistrato) ed infine, come presentatrice dell’incontro, Silvia resta (giornalista). L’evento era in primo luogo una presentazione della nuova edizione di un libro, scritto da Lodato e Di Matteo (Il Patto Sporco – Il Silenzio) ed anche un firma copie del libro, ma lo scopo vero e proprio era quello di parlare di mafia, della sua storia nel nostro paese e del suo stato attuale, tutto relativamente al recente arresto di Matteo Messina Denaro. Ad introdurre il tutto, un tratto del libro letto dai due attori, nel quale si ribadisce la divisione tra la parte dello stato che si impegna per liberare l’Italia dalla Mafia e la parte che invece ignora l’esistenza di questo fenomeno (tratta dal libro la frase “chi sono loro? E chi siamo noi?”), dopodiché, Silvia Resta ha dato il benvenuto agli spettatori e presentato i partecipanti dell’incontro, che successivamente, in ordine, hanno preso parola ed ognuno ha esposto un monologo riguardo al tema trattato; a iniziare è Lodato, che ha enunciato chiedendo “perché siamo qui?”, domanda alla quale lo scrittore risponde subito dopo affermando “per chiedere risposte agli interrogativi”, riferendosi ai vari dettagli ancora ambigui legati alla storia della Mafia italiana e alla lotta antimafia, come ciò che c’è scritto sull’”agenda rossa” di Paolo Borsellino (qui il giornalista ha parlato anche della volta in cui ha incontrato e parlato con Borsellino in persona). Inoltre ha anche fatto notare come ci siano stati attentati terroristici anche Roma e Milano, non solo quelli di Capaci e Via d’Amelio, e ha criticato le figure del generale Mori e del capitano De Donno, i quali dopo aver analizzato il covo di Totò Rina non hanno fornito informazioni chiare riguardo a ciò che era stato rinvenuto ed hanno anche cambiato varie volte la versione dei fatti; Lodato finisce ricordando alcuni dei nomi delle vittime di Mafia, come anche il compianto sia stato nel mirino di Cosa Nostra e il fatto che spesso Mafia e Stato hanno collaborato insieme.
La questione “agenda rossa” è un argomento ancora oggi discusso ma non tanto quanto si dovrebbe. Per chi non sapesse a cosa mi riferisco diamo subito un’esplicazione.
L’agenda rossa è un diario appartenente a Paolo Borsellino
contenente appunti sugli incontri ed i colloqui che Borsellino ebbe con collaboratori di giustizia e con rappresentanti delle Istituzioni.
Si tratta di elementi determinanti per mettere a fuoco le complicità di pezzi dello stato con Cosa Nostra.E il fatto che quest’agenda sia sparita così dal nulla non ci sorprende affatto.
Borsellino negli ultimi giorni della sua vita lavorò disperatamente alla verità sulla strage di Capaci e si pensa che scrisse sull'agenda tutto ciò che sapeva a riguardo.
Come è noto però Cinquantasei giorni dopo l'esecuzione di Falcone, arrivò anche la sua. E per il momento tutto ciò che aveva scoperto risiede nella tomba con lui.
In seguito, ha parlato Sigfrido Ranucci, il quale comincia dicendo che noi, il popolo, abbiamo il potere di scegliere che ci governerà e continua parlando della storia di Luigi Lardo, ex boss catanese collaboratore di giustizia che si infiltrò all’interno di Cosa Nostra per ricavarne delle informazioni di estrema importanza (relative alla Massoneria, all’omicidio di Pio La Torre e all’omicidio di Mattarella), che venne poi sfortunatamente ucciso da un commando mafioso; Lardo termina con una citazione a 1984 di Orwell: “chi manipola le informazioni del presente, manipola quelle del passato e chi manipola quelle del passato, manipola quelle del futuro” (facendo riferimento a come la Mafia abbia spesso sfruttato i media).
(Di seguito una foto dell'evento con ai microfoni Sigfrido Ranucci)
Successivamente, Andrea Purgatori, alla domanda di Silvia Resta su come avesse reagito alla cattura di Messina Denaro, ha risposto parlando del suo breve viaggio a Castelvetrano (paesino natale di del boss); dopo aver visitato le zone già analizzate dalla polizia (come i vari covi appartenenti al criminale, i quali si trovavano a pochissimi metri di distanza), Purgatori ha constatato che l’uomo si muoveva con grande libertà e veniva elogiato, ciò viene fatto notare anche dalle foto che molti cittadini si erano fatti con lui e dalla generosità con la quale veniva trattato (da far notare anche come nel paesino siano presenti due logge massoniche), nono stante ci fossero state delle indagini da parte di investigatori e magistrati, le quali sono state però ovviamente depistate. Purgatori conclude facendo un’analogia tra la condizione della Mafia italiana e la situazione del governo israeliano (dove il governo di estrema destra vuole limitare l’azione dei magistrati e favorire le attività criminali). L’ultimo a parlare è Nino Di Matteo, che fa una nota di favore all’autentico giornalismo d’inchiesta, che porta alla creazione di nemici e rivalità ma che serve ad aiuta la giustizia; parla poi delle due tecniche utilizzate dalla Mafia per la manipolazione delle informazioni (nascondimento e mistificazione dei fatti) e lancia una forte accusa alla parte corrotta del nostro stato, ricordando come in passato si sia cercato un punto d’accordo con “l’ala moderata” di Cosa Nostra per abbattere gli “irriducibili” (le figure pubbliche si sono impegnate nella lotta contro la Mafia) e di come si sia arrivati a favorire la latitanza di Bernardo Provenzano; inoltre critica la riforma Cartabia e fa notare le ambiguità dell’arresto di Messina Denaro e i legami tra le organizzazioni mafiose e molti politici influenti.
Matteo Messina Denaro è stato arrestato lo scorso 16 gennaio in una clinica privata di Palermo, nella quale effettuava le sue sedute di chemioterapia.
Come hanno evidenziato i presenti alla conferenza, la sua cattura dopo trent’anni di latitanza è sicuramente un evento più che positivo. Ciò che soffermava però ironicamente la moderatrice Silvia Resta è che non siamo realmente interessati a che marca di detersivo utilizzasse prima dell’arresto. La moderatrice con tono sarcastico voleva dunque evidenziare che non siamo realmente interessati a tutti gli aspetti della vita privata del mafioso che per il momento si stanno riscontrando irrilevanti ma piuttosto dovremmo sfruttare quest’evento a nostro favore per cercare di estrapolare da egli, attraverso interrogatori, ogni dettaglio per sapere quanto più possibile sul passato per cercare di cambiare il presente.
L’evento si è concluso con la recitazione di Luca Zingaretti di un altro tratto del libro come mostrato in foto.
Lorenzo Ugolini 2° O, Giovanna Finaldi VF (autori),
componente fotografia di Gabriele Perelli 4I
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