Lo scandalo noto come “sofagate” è avvenuto il 6 aprile, quando la Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel hanno incontrato ad Ankara il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per colloqui volti ad allentare le relazioni tra Unione europea e Turchia. Ma solo due sedie sono state esposte davanti alle bandiere dell'UE e turche per i tre leader. Michel si affrettò a prendere l'unica sedia accanto a Erdogan, relegando una Von der Leyen visibilmente infastidita, su un divano lontano dai suoi colleghi maschi. Successivamente, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha affermato che la gaffe diplomatica con il presidente della Turchia l'ha fatta sentire sola e ferita, affermando di essere stata trattata male semplicemente perché è donna. Dunque, gran parte del commento sulla vicenda, si è concentrato sul passo falso diplomatico di Erdogan nel non aver fornito una sedia alla Von der Leyen.
Il lunedì successivo, Michel si è scusato: ha dichiarato che avrebbe dovuto rinunciare al suo posto, ma che era preoccupato di innescare un incidente diplomatico più ampio, soprattutto dato il cattivo stato delle relazioni tra la Turchia e il blocco di 27 nazioni. La Von der Leyen ha affermato che fortunatamente le telecamere erano presenti all'incontro e che le immagini hanno fatto notizia in tutto il mondo, ma ha avvertito che le esperienze di discriminazione di molte donne non sono state registrate.
Ha aggiunto che il rispetto dei diritti delle donne deve essere "un prerequisito per una ripresa del dialogo con la Turchia" e che l'Europa stessa deve fare di meglio in questo senso. A marzo, Ankara è stata criticata per essersi ritirata dalla Convenzione di Istanbul, un trattato sulla prevenzione della violenza contro le donne.
Ma come ha osservato Von der Leyen, diversi membri dell'UE, non hanno ancora ratificato il trattato. “E altri stanno pensando di smettere. Questo non è accettabile ”, ha detto, avvertendo che avrebbe cercato di trovare un modo per la stessa UE di aderire alla convenzione nonostante la resistenza di alcuni membri. Ciò che è accaduto fa riflettere, e si arriva alla conclusione che non basta raggiungere posizioni di potere e prestigio come Ursula von der Leyen: se sei una donna a un certo punto qualcuno proverà a metterti da parte. Perché semplicemente sei una donna.
E questo è un problema che trascende i contesti: potremmo spendere pagine a parlare di come la condizione delle donne sia ancora altamente problematica in alcuni paesi, di come la Turchia sia per molti versi proiettata nel futuro e con una ricca storia di movimenti femministi ma allo stesso tempo è ancorata ad una visione fortemente patriarcale della società, dove Erdogan loda le donne come madri ma allo stesso tempo ammette esplicitamente di non considerarle uguali agli uomini; allo stesso tempo, le reazioni della comunità europea e di Charles Michel, che si è detto “dispiaciuto” per quanto accaduto, appaiono goffe e tiepide.
Il divario di genere è un problema molto complesso, con profonde radici sociali e culturali, pertanto ci vuole una risposta immediata di tutta la comunità per far sì che avvenga un reale cambiamento.
La strada è ancora lunga, ma la risonanza di questo #sofagate fa riflettere su come stia cambiando la mentalità e come sia necessario arrivare non solo a richiedere, ma a pretendere l’uguaglianza nella sostanza e nella forma. Sperando che ci vorranno meno di 100 anni per arrivarci.
Francesca Romagnoli, V°L
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