Un muro divide, reale o immaginario che sia. E' fatto di mattoni, di pietra, di cemento, di pensieri, di sentimenti, di convinzioni religiose o politiche. Il muro è limite, barriera, carcere, lager, è incomunicabilità, esclusione, separazione tra chi è al di qua e chi è al di là, tra il noto e l'ignoto, tra l'amico e il nemico, l'uguale e l'estraneo. Il muro è l'ostacolo e il pregiudizio, è il razzismo contro ogni diverso.
Ma qui da noi il muro è stato altro: il pretesto per immaginare, un'immensa pagina su cui disegnare, un modo per esprimerci e comunicare.
Qui il muro ha perso i suoi connotati negativi ed è diventato veicolo di idee. Lo abbiamo riempito d'arte, lavorando insieme, fianco a fianco, ragazze e ragazzi di classi diverse ma con un obiettivo comune. Il muro anonimo vicino le palestre è stato trasformato dal murales realizzato durante la settimana dello studente.
L'immagine scelta è tratta da un'opera di valore inestimabile e di fama mondiale. Abbiamo riprodotto un particolare della "Creazione di Adamo", dipinta da Michelangelo nel 1511: uno degli affreschi della Cappella Sistina più conosciuti, amati e celebrati dell'intera Storia dell'Arte che è entrato profondamente nell'immaginario collettivo.
Dio ha appena creato il corpo dell'uomo e ora gli infonde il soffio vitale, protendendo la sua mano verso di lui; le loro dita si sfiorano e l'uomo, in un attimo, diventa creatura vivente a immagine di Dio.
In quel gesto c'è tutta la potenza della vita e nell'uomo nasce l'intelligenza, l'inesauribile ricerca del sapere, il desiderio d'infinito, la profondità del cuore. In quell'attimo l'uomo diventa tale, con la sua inestimabile ricchezza intellettuale.
Abbiamo voluto ricordarlo a tutti in questa scuola: l'essere umano ha in sé l'energia creatrice, la possibilità di scavare i misteri della natura, di apprendere e di conoscere, di studiare per migliorare il mondo con rispetto. Il murales, con quel tocco di divino su ognuno di noi, ci ricorderà ogni giorno che "fatti non fummo a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" (Dante, Inferno canto XXVI, v. 119).
Francesca Cristofori 3A
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