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Immagine del redattoreGiornalino Peano

Ora basta, il Peano reagisce

E sono undici gli attacchi che il Peano ha subito da ottobre a oggi. Il martedì e il giovedì i giorni più colpiti. Durante la notte, o in tarda serata, vandali si sono introdotti nella scuola svuotando gli estintori. A parte i primi due episodi, sono stati utilizzati estintori rubati per lo più nel vicino centro commerciale I Granai. La Polizia, che ormai “staziona” dentro e fuori la scuola, ha effettuato già alcuni arresti e le indagini continuano quotidianamente e il caso è, ormai, nelle mani della Procura. Della decina di denunce non sono stati resi noti i nomi, ma tra gli studenti serpeggiano voci sui nomi e dinamiche dei fatti. Per difendersi, l’Istituto ha messo in atto alcuni provvedimenti, tra cui: sostituzione delle vecchie telecamere, inserimento di un sistema di allarme efficace, limitazione delle ore perse per i quinti, recupero delle lezioni il sabato, ecc. Il fenomeno coinvolge oltre al Peano anche altri istituti limitrofi come il Levi e il De Pinedo e addirittura, si parla di una competizione tra scuole per chi metta a segno più attacchi. Tra gli studenti le reazioni sono molteplici: preoccupazione dei più grandi, indifferenza ed esaltazione al tempo stesso per molti, mentre altri sono ormai rassegnati. Chi non si dà pace sono invece i docenti e il personale che, ad ogni interruzione vedono andare in fumo, “anzi, in polvere” progetti e pulizia. Per puntualizzare l’opinione della scuola sui fatti accaduti, siamo andati quindi ad intervistare la nostra vicepreside, prof.ssa Angela Di Fabio:

Prof.ssa Di Fabio, quale è stata la sua reazione a seguito del primo “attacco” subito al nostro liceo?

Insegno da quasi 30 anni. Prima di entrare nel mondo della scuola da docente sono stata studentessa. E le modalità con cui gli studenti cercavano e cercano di perdere giorni di scuola sono sempre le stesse. Lo svuotamento degli estintori è uno di questi. Quindi la prima volta che è successo ad ottobre ho pensato che, probabilmente, alcuni studenti avevano compiti in classe o interrogazioni da evitare. Ero molto contrariata ma soprattutto delusa perché nei miei due anni di vicepresidenza ho cercato di costruire con gli studenti un rapporto di fiducia e lealtà. Ero anche preoccupata per gli effetti che le polveri potevano avere sugli studenti e sul personale della scuola.

Pensa che la scuola abbia apportato adeguate migliorie al proprio sistema di sicurezza? Se no, quali crede che siano migliori opzioni?

Prima degli eventi di cui parliamo la scuola non era adeguatamente protetta. Il Dirigente scolastico ha apportato numerose e sostanziali migliorie alla sicurezza della scuola, affidandosi anche alle indicazioni delle forze dell’ordine. Ulteriori misure stanno per essere messe in atto. Di più non si può fare. La scuola non è una prigione. Ma questo devono capirlo in primo luogo gli studenti. La scuola è la loro casa. Se la feriscono, impedendone la didattica e danneggiandone le strutture, fanno del male a se stessi.

Secondo lei, le voci riguardanti un possibile scambio di denaro, per le azioni compiute all’interno dell’edificio, sono fondate? Cosa la porta a dire sì o no?

Non credo che la cosa sia nata in questi termini. Ma non escludo che possa aver assunto poi questa natura. Me lo fa pensare il ripetersi degli eventi e l’esposizione continua ai rischi da parte di chi è artefice di questi atti vandalici. Il che, al di là del gioco perverso della gara fra scuole, potrebbe essere giustificato da un guadagno. Se così fosse andrebbe indagato a fondo dagli inquirenti per quali finalità. Ma sarebbe veramente triste lo scenario. Studenti che pagando si illudono di avere il potere di decidere delle vite degli altri, non sanno cosa fare delle proprie.

A partire dalla metà di gennaio comunque, la situazione sembra essere tornata alla normalità. Nella scuola tuttavia, la guardia rimane sempre alta: come gli anni passati, anche quest’anno e con motivazioni ancora più potenti, si sono svolti gli incontri con la Polizia di stato per il progetto “Scuole sicure” che ha lo scopo di informare e, quindi, prevenire, possibili reati compiuti con leggerezza dalle ultime generazioni: si parla di occupazioni, consumo e possesso di sostanze stupefacenti, cyber bullismo, atti vandalici, furti, ecc..

Da quando, infatti, i riflettori sono stati puntati sul Peano per i “fatti degli estintori”, si è venuti a conoscenza di una vasta gamma di azioni criminose che ruotano intorno al nostro piazzale, nonchè al nostro quartiere. Le autorità hanno scoperto che intorno alle tre scuole c’é da sempre un enorme traffico di persone, che si ritrovano di notte davanti agli istituti per i più svariati motivi, compreso lo spaccio; è stato denunciato infatti anche un certo traffico di droghe, con conseguenti arresti. Questo traffico complica le indagini sugli atti vandalici, facendo supporre che i vandali sapessero come agire senza farsi beccare.

C’é di buono in tutto questo? La ritrovata consapevolezza che scuola e territorio devono tornare a dialogare senza rimanere isolati l’un l’altra per fare fronte comune contro il disagio e la noia che i giovani manifestano attualmente nel modo più sbagliato possibile.

Lacerenza Gabriele

Ferrazza Simone

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