Al vaglio del governo tutte le proposte per il rientro a scuola in sicurezza
Dopo alcune settimane di chiusura delle scuole, dovuta ad un infelice aumento dei contagi, spinto dalle mobilitazioni dei No-Dad scesi in piazza, il governo sta valutando di riaprirle assolutamente, anche in zona rossa, con didattica in presenza al 100% fino alle medie e al 50%, per gli Istituti di Istruzione secondaria di secondo grado. Il neoministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, per monitorare l’andamento dei contagi, ha proposto tamponi rapidi periodici e a tappeto per tutti gli studenti. Il neocommissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo sta valutando questa eventualità. Questo fantastico progetto prevederebbe, ogni lunedì, un test rapido che per i più piccoli, salivare perché meno invasivo. Gli studenti potrebbero successivamente essere sottoposti ad un tampone molecolare, insieme a tutta la classe, qualora un compagno risultasse positivo. L’ipotetico vantaggio del continuo monitoraggio dei contagi nelle scuole non è però sostenibile, considerato il costo dei tamponi (circa 20 euro l’uno) e quello del relativo smaltimento. Ricordiamo che il materiale sanitario è assimilabile alla categoria “rifiuti speciali” e deve essere gestito e smaltito adeguatamente, in particolar modo quando si tratta di materiale pericoloso a rischio infettivo. Premettendo che l’organizzazione del costante “tamponamento” degli studenti necessiterebbe di un gran numero di professionisti, appartenenti al personale sanitario, adibiti alla somministrazione dei test e successiva verifica dei risultati, in termini economici la spesa che lo Stato dovrebbe sostenere risulterebbe molto più utile se dirottata su altre necessità, ad esempio l’installazione nelle scuole di depuratori d’aria e impianti di ventilazione. Milioni di euro utilizzabili anche per dare ristoro alle categorie di lavoratori più colpite dalla pandemia verrebbero spesi, per la gioia dei produttori, in cotton-fioc da 20 centimetri pronti a rimpinguare le nostre discariche (se va bene) o ad inquinare i nostri mari. Nelle prossime settimane, con l’arrivo di milioni di dosi di vaccino anti Covid, la campagna vaccinale potrebbe subire una forte accelerazione e l’obiettivo della tanto sospirata “immunità di gregge” potrebbe non sembrarci così lontano. A questo punto, pur riconoscendo l’importanza della didattica in presenza, occorre considerare che il rischio di infettarsi e di infettare a scuola espone gli studenti e le famiglie ad un pericolo costante che, nei prossimi mesi, ci si augura scomparirà. Con tutto il rispetto per le famiglie degli alunni più piccoli che subiscono maggiori disagi dalla chiusura delle scuole, vale la pena riaprirle a tutti i costi consapevoli che il rischio di contagio al momento non sia stato ancora azzerato? A quanto pare sì! E allora andremo a scuola e ci metteremo tutti in fila come soldatini a farci “violentare” il naso allegramente!!
Chissà quante assenze da giustificare il lunedì….
Riccardo Tomassoli 3°I
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