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Valeria Krupka

La guerra in Ucraina vista dai giovani

Il periodo della giovinezza è da sempre visto come una fase caratterizzata da forti emozioni, spesso impulsive e talvolta difficili da controllare. Si tratta di un’età di grandi cambiamenti e scoperte, che, se da un lato può risultare entusiasmante e stimolante, dall’altro è anche ricca di incertezze e conflitti interiori.

In questa fase della vita si gettano infatti le basi per la costruzione della nostra identità e delle scelte future; le esperienze vissute in questo periodo ci segnano profondamente, influenzando il nostro percorso di crescita.


Le circostanze traumatiche, come la guerra, hanno un impatto devastante perchè modificano in modo profondo la psiche e la percezione del mondo di chi le vive.

La guerra in Ucraina ha generato una crisi che colpisce soprattutto i giovani, i quali, più vulnerabili, si trovano a fare i conti con traumi che segneranno il loro presente e futuro. Le conseguenze psicologiche di tale esperienza sono molteplici e possono riflettersi non solo nel loro benessere individuale, ma anche nelle loro relazioni sociali, nei modelli familiari e nel loro ruolo nella società.


Il trauma diretto o indiretto causato dalla guerra lascia cicatrici profonde: la perdita di familiari e amici, l’esposizione continua a situazioni di violenza e la costante incertezza sul futuro alimentano ansia, depressione e stress cronico. In molti casi, i giovani che hanno vissuto o sono stati testimoni della guerra sviluppano il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD), che può avere effetti duraturi sulla loro salute mentale e sulla loro capacità di adattarsi a una vita normale. Anche l’isolamento sociale e la difficoltà a stabilire relazioni sane sono comuni, poiché il trauma spesso porta a una distorsione delle percezioni e dei legami emotivi.


Sul piano istituzionale, la guerra può minare la stabilità e la sicurezza delle strutture educative, privando i giovani delle opportunità formative che sarebbero necessarie per un futuro migliore. In molti casi, scuole e università vengono danneggiate o distrutte, mentre i giovani rifugiati si trovano a dover affrontare un sistema educativo nuovo, con barriere linguistiche e culturali, che ostacolano il loro sviluppo e la loro integrazione.


Dal punto di vista sociale, le dinamiche familiari e amicali possono subire enormi stravolgimenti. Le famiglie spezzate dalla guerra, i ragazzi separati dai genitori o costretti a vivere in campi profughi, l’incertezza e la paura per il futuro possono portare a un crollo delle strutture di supporto psicologico e sociale che normalmente sostengono i giovani. Questo può tradursi in un aumento dei conflitti familiari, difficoltà nella costruzione di nuove relazioni e nella formazione di legami sani.


Tuttavia, non tutto è negativo. La guerra offre anche opportunità di resilienza e crescita. I giovani che riescono a superare il trauma e a trovare un nuovo senso di scopo, possono svolgere un ruolo fondamentale nella ricostruzione del paese. La loro esperienza di sofferenza e resistenza può renderli agenti di cambiamento e di speranza. Molti giovani rifugiati, ad esempio, diventano simboli di adattamento, e contribuiscono con il loro impegno alla ricostruzione non solo materiale, ma anche sociale e culturale della loro comunità.


La guerra in Ucraina avrà certamente un impatto profondo e duraturo sui giovani che la vivono, influenzando la loro salute mentale, le loro relazioni sociali e il loro futuro. Le cicatrici psicologiche, come la depressione, l’ansia e il PTSD, rischiano di compromettere il loro sviluppo, ma non sono l’unico esito possibile: molti giovani, supportati da adeguati interventi psicologici e istituzionali, potranno riuscire a superare questi traumi e diventare protagonisti del cambiamento e della ricostruzione.


Valeria Krupka, 4L


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