Creato nel 1947, durante la Guerra Fredda, l’orologio dell’Apocalisse, il “Doomsday Clock”, scandisce il tempo che l’umanità ha davanti a sé per evitare una catastrofe dovuta ad armi nucleari e cambiamenti climatici, difatti dal 2007 non viene considerato soltanto il rischio di un conflitto nucleare, ma anche la minaccia del cambiamento climatico. Altri possibili fattori che possono influire negativamente sull’orario sono: minacce biologiche, disinformazione distruttiva ed eventi naturali di grande portata (come l’eruzione di un super vulcano o una tempesta solare). Le stime di questo orologio immaginario vengono aggiornate simbolicamente ogni anno da team di esperti e scienziati; la mezzanotte sul quadrante di questo cronometro corrisponde all’olocausto nucleare o ad un evento talmente catastrofico in grado di spazzare via la razza umana dal pianeta, perciò, tanto più tempo manca alla mezzanotte, tanto più il pericolo è distante. Mai, nei 75 anni della storia dell’Orologio, la Terra era stata così vicina al giorno del giudizio. Nell’anno della sua creazione, fu impostato alle ore 23.53, sette minuti prima della mezzanotte. E in 75 anni le lancette hanno avuto circa 23 assestamenti. La massima distanza dallo scontro atomico si registrò con la dissoluzione dell’Urss nel 1991 e la fine della guerra fredda, circa 17 minuti. Nel 2018 si è tornati a due minuti dalla mezzanotte, eguagliando il momento di maggior tensione del confronto Usa-Urss. Oggigiorno le lancette hanno subito una variazione singolare, che ci porta a soli 90 secondi dalla fine. Ad influenzare così fortemente le lancette è stato l’effetto sinergico di vari elementi come lo scontro bellico in Ucraina, i cambiamenti climatic,i sempre più evidenti e devastanti, una nuova possibile pandemia e il pericolo delle fake news e della disinformazione.
Federico Tolli, 5I
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