Oramai siamo tutti consapevoli che la pandemia COVID-19 ha letteralmente sconvolto la vita di ciascuno. Ma uno dei problemi più discussi durante questo periodo qui in Italia, è principalmente legato alle attività lavorative. Infatti, durante la prima quarantena nel Marzo 2020 (quasi un anno fa), praticamente tutti i proprietari di ristoranti, bar o di una semplice attività non alimentare (ad esempio negozi), si sono ritrovati costretti a chiudere. È una disposizione dura da accettare, anche se, ovviamente, decine di persone all’interno di un luogo chiuso, causano un palese assembramento. Infatti, ci sono delle persone che, nonostante le difficoltà, non hanno esitato a chiudere le loro attività, per poi riaprirle al momento giusto con delle disposizioni ben organizzate (rispetto del distanziamento, mascherine ecc.).
Tuttavia, in questi ultimi mesi, se da una parte i ristoratori hanno gestito il tutto con “maturità”, dall’altra sono state organizzate, più che delle iniziative, delle vere e proprie sommosse, delle proteste decise da coloro che non accettano l’idea di “interrompere” il proprio lavoro. Vari proprietari, non potendo lavorare la sera (quando solitamente ci sono più persone), hanno invitato chiunque (amici, colleghi o semplici clienti) ad entrare di sera nei loro ristoranti, ad ammassarsi per opporsi alle disposizioni contro il COVID. Ma non si sono solo limitati a violare le norme, hanno addirittura deciso di mettersi a brindare, a ridere e a prendere in giro i passanti all’esterno come se a loro non importasse la situazione che stiamo vivendo tutti. Questa cosa è successa in alcune città italiane, e si è diffusa sempre di più anche grazie ai social network, con l’hashtag #IOAPRO. Se mettiamo a confronto questa storia con quella di tutte le persone che stanno DAVVERO protestando, in maniera pacifica per il diritto di riuscire a mandare avanti la loro vita resa “complicata” dal Coronavirus, possiamo comprendere che questa non è assolutamente definibile come protesta, perché anziché migliorare le cose, le peggiora. Quindi, in conclusione, c’è una palese differenza tra chi sa quali sono le vere conseguenze negative del Covid-19 e accetta i modi per affrontarle, e chi invece non fa altro che pensare solo a sé stesso e, invece di aiutare, diffonde solo ignoranza. Federico Agresti 4F
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