Da Moretti Marco, un insegnante del Peano
13 aprile 2022 ultimo giorno di scuola prima delle festività pasquali; quale migliore giornata per fare il punto della situazione in vista del rush finale, per le raccomandazioni inevitabili sul non spegnere il cervello e rimanere vigili, pronti, informati e, così vuole la tradizione, per augurare a tutti, credenti e non, di passare belle giornate. Ma oggi è anche il caso di andare al di là degli auguri di rito e non dimenticare i ringraziamenti per l’ennesima giornata buttata al vento.
Non seguirò un ordine preciso ma mi auguro di non trascurare nessuno.
Intanto grazie agli estintori, ilozoisticamente concepiti, animati di anonimato nemmeno fossero l’incarnazione del „SI“ heideggeriano, stanchi di attendere improbabili incendi ma ben lontani dalla passività, sempre pronti ad aiutare poveri e stanchi lavoratori della scuola bisognosi di riposo con estemporanee giornate di non lavoro regolarmente retribuite.
Veramente grazie a quei piccoli strumenti rossi, così accesamente rivoluzionari da non aver bisogno di nulla per esprimere il loro malcontento, nemmeno di una scintilla motivazionale, non voglio dire rivoluzionaria, per carità, ma proprio „sine causa“.
Grazie davvero cari estintori per averci evitato il consumo di benzina, di questi tempi è di grande aiuto e mostra una maturità sindacale ed una saggezza e consapevolezza ecologiche che spetterebbero a ben altri soggetti istituzionali.
Ed allora „EVVIVA GLI ESTITORI“ non più semplici strumenti, cose sensate solo in particolari emergenze, ma nostri referenti diretti, motivo di discussioni e di analisi profonde, amici che indicano un tempo libero da sviluppare insieme e, se è vero che scholè in greco intende proprio il tempo libero, veri protagonisti, chissà un domani dirigenti?, della scuola italiana.
Dolci estintori permettemi solo una richiesta prima di reiterare i più sentiti ringraziamenti: la prossima volta avvisateci in anticipo, magari la sera, prima di passare all’azione in modo che si abbia un tempo a disposizione più ampio per programmare e pianificare il nostro lavoro, magari per permetterci di confrontarci diffusamente sulle griglie valutative che tanto potrebbero sembrare prossime alla vostra funzione originale.
Un grazie anche alle forze dell’ordine sempre disponibili e puntuali nel rispondere alle richieste di ogni tipo, attente al controllo del territorio e coscienti della loro funzione preventiva, prodighe di efficaci consigli sull’utilizzo dei più sofisticati strumenti di difesa, chiudere le finestre ed i cancelli per esempio, ma non aliene dal ricordare al corpo docente che „....però lo sapete che viviamo in Italia...“.
Non è mai troppo tardi per impararlo!
Grazie anche a tutti voi studenti del Peano (e se qualcuno sentisse odore di provocazione non si turasse il naso). Emiliano Zapata, decimo figlio di un famiglia poverissima e costretto ad abbandonare gli studi a sedici anni per lavorare, fu un grande rivoluzionario, forse appena più piccolo degli estintori, combattè per restituire le terre ai contadini messicani, organizzò a Morelos un’esperienza di democrazia diretta e fu ucciso a tradimento dalle forze della restaurazione.
Grazie a voi che, novelli Pasolini, sapete ma non dite, trasformate gli strumenti democratici che altri giovani vi hanno lasciato in eredità in occasioni di assenze giustificate dall’insipienza, virtualizzate le vostre vite nell’attesa che la REALTA‘ vi sbatta in faccia, cercate di studiare il meno possibile per essere il più possibile adeguati alle risorse intellettuali delle quali credete di disporre (adequatio rei et intellectus diceva Tommaso l’aquinate e Dio sa quanto la realtà che ci circonda sia alta).
Grazie, veramente grazie perchè ci consentite di fare pochissimo sul piano culturale che, tanto, un filino di più vi farebbe barcollare e cadere nel mondo dell’inevitabile disagio.
Grazie anche da parte del Ministero dell’Istruzione che così, mettendo da parte il senso intenso della propria denominazione, può assillare i docenti con incombenze burocratiche di varia natura e di indubbia utilità atte, come infatti sono, a garantire una crescita politica e culturale dei giovani a livelli bassissimi in modo che possiate diventare una buona massa di consumatori attenta a staccare il naso il meno possibile dai telefonini e a non accorgersi di poter intervenire da protagonisti nel tessuto socio economico politico che, tanto, non vi riguarda.
Grazie anche perchè mi fate sentire un vecchio giovane di una volta.
Moretti Marco
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