Il 26 gennaio, la presidente Kersti Kaljulaid ha nominato come primo ministro Kaja Kallas creando così un governo quasi interamente femminile.
A gennaio, i due più grandi partiti dell’Estonia, il Partito riformista e il Partito centrale, hanno votato entrambi a favore per un governo che ha come primo ministro una donna. È la prima volta nella storia dei paesi Baltici. La presidente Kersti Kaljulaid ha nominato in questi giorni al Consiglio dei ministri la leader europeista del partito riformista Kaja Kallas. Kaljulaid, la prima donna capo di stato dell’Estonia ed ha incaricato Kallas di formare un governo che abbia come priorità l’emergenza Covid ed i suoi effetti, anche sul piano economico. Di fatto è diventata la guida della coalizione tra il suo Partito e quello Centrale. Kallas, è una donna di 43 anni figlia d’arte: il padre è uno dei creatori del Partito riformista che occupò cariche politiche anche all’interno dell’UE e lei, nel 2018 prese le redini del Partito, diventando la prima donna ad occupare quella sedia. Inoltre, diventerà la prima donna capo di un governo e metà posti al consiglio dei ministri sono “al femminile”: saranno presenti anche altre ministre donne con diverse cariche come ad esempio, Keit Pentus-Rosimannus (Ministro della finanza) e Maris Lauri (Ministro della giustizia) . Dunque, il 26 gennaio, l’Estonia, una piccola nazione con 1,3 milioni di abitanti, diventa l’unico paese al mondo ad essere governato da donne, attualmente parlando. Importante il fatto che il tutto scaturisca da elezioni: anche in altri paesi infatti, sono presenti Presidenti e Primo ministro donne, ma non ricoprono quelle cariche grazie a delle elezioni. Questa notizia ha un grande impatto mondiale, a dimostrarne l’importanza è stata anche Ursula von der Leyen che ha voluto fare i complimenti al paese baltico mostrando il suo supporto e ha affermato di essere “contenta di vedere un governo equilibrato di genere e pieno di ambizioni europee”.
Anche se in Italia un’emancipazione sembra un traguardo difficile da raggiungere, in Europa sono presenti molte donne che ricoprono cariche rilevanti e, nonostante ci siano ancora molti divari riguardo la parità di genere, eventi come questi ci fanno capire l’importanza dell’uguaglianza tra uomo e donna e come le donne stesse stanno combattendo per questi pari diritti. Una seria riflessione sulla necessaria attuazione della parità di genere è ciò che serve per andare avanti e questo non vale solo per la politica, ma anche per la società in cui si vive. Si tratta di valori che nel XXI° secolo dovremmo aver già incluso e fatti nostri, ma, visto che così non è, bisogna celebrare ogni piccolo evento come questo per ricordarci che “the future is female”.
Francesca Romagnoli
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