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Gabriele Perelli

Ennesimo assalto alla Gioconda

Aggiornamento: 17 dic 2022

Dolce alla panna sul viso della Monna Lisa. l’opera non ha subito alcun danno,

Non è comunque la prima volta che il quadro rimane vittima di un atto vandalico.



Il celebre dipinto Monna Lisa di Leonardo Da Vinci, conosciuto anche come la Gioconda, è esposto al Museo parigino del Louvre. Il 29 maggio 2022 è stato preso d’assalto da un attivista ecologista che lo ha imbrattato con un dolce di crema e panna.

Fortunatamente l’opera non ha subito alcun danno, in quanto protetta da un vetro blindato. Pare che il responsabile del gesto volesse fare qualcosa di eclatante per attirare l’attenzione sui problemi legati all’ambiente e al pianeta.

Il giovane è entrato nel museo in sedia a rotelle, indossando un cappellino da baseball e una parrucca. Una volta arrivato di fronte alla Gioconda, si è alzato e ha lanciato la torta. Prima di essere portato via dagli addetti alla sicurezza, ha sparso per terra dei petali di rosa e ha urlato: “Pensate alla Terra. Ci sono persone che stanno distruggendo la Terra. Pensateci. Gli artisti vi dicono: ‘Pensate alla Terra’. Tutti gli artisti pensano alla Terra. Ecco perché l’ho fatto. Pensate al pianeta!”

Il gesto è stato ripreso dalle decine di persone che si trovavano nella sala dove la Gioconda è esposta e il video postato sui social è diventato virale, facendo il giro del mondo in pochissime ore.


Ma non è la prima volta che il quadro è vittima di un atto vandalico. Il più iconico è sicuramente il furto del dipinto, avvenuto il 22 agosto 1911 quando il personale del Louvre si accorse che la Gioconda era scomparsa dal luogo che allora occupava, il salon Carré. Nessuno sapeva cosa fosse successo. I lavoratori del museo cercarono ovunque l'opera, senza successo. Il furto d'arte più famoso della storia occupò le prime pagine di tutti i giornali del mondo: il dipinto fu riprodotto in diversi formati e, dopo la riapertura del museo, curiosi da ogni dove attesero pazienti in una fila incredibilmente lunga per ammirare lo spazio vuoto precedentemente occupato dall'opera. La Gioconda, fino ad allora molto apprezzato dagli intenditori ma pressoché sconosciuto per il grande pubblico, divenne l'icona artistica che è ancora oggi.

Dell'opera non si seppe nulla per due anni, finché Vincenzo Perugia, un ex lavoratore del museo, tentò di venderla a Firenze. Il ladro fu arrestato e il dipinto, rimasto per tutto il tempo in suo possesso, tornò a occupare il posto che gli spettava senza aver subito gravi danni. Qualche decennio più tardi le fu evitato un altro più che certo tentativo di furto. Infatti nel corso dell'occupazione nazista della Francia durante la Seconda guerra mondiale, diversi reperti del Louvre furono portati via dal museo e nascosti in luoghi segreti del territorio per sventare il pericolo di razzie tedesche.

Solamente dopo un decennio dalla fine della guerra, nel 1956, la Gioconda fu vittima di due attentati. Nel primo caso fu spruzzata di acido, che causò lievi danni alla parte inferiore della tavola. Pochi mesi dopo, venne scagliato contro il dipinto un sasso che ruppe la teca di vetro che proteggeva il dipinto e che provocò il distacco dello strato pittorico all'altezza del gomito sinistro della Gioconda. Questi sono i danni più evidenti che l'opera ha subito e che sono ancora visibili a occhio nudo nonostante l'opera sia stata sottoposta a restauro.

Dopo questi due attentati i curatori del Museo del Louvre hanno deciso di aumentare ulteriormente le misure di sicurezza dell'opera e hanno sostituito il vetro protettivo, che si era dimostrato non efficace al 100%, con un altro vetro blindato antiproiettile. La nuova barriera ha permesso al dipinto di non riportare danni in seguito a un altro attacco nel 1974, questa volta con della vernice. Durante l'esposizione dell'opera al Museo Nazionale di Tokyo, una donna ha lanciato vernice rossa sul dipinto per protestare contro la politica del museo, che rendeva difficile l'accesso ai disabili.

Nel XXI secolo, oltre a questo recente attacco, l'opera di Leonardo Da Vinci ne aveva già ricevuto uno nel 2009 quando una donna russa aveva scagliato sul dipinto una tazza da tè che aveva appena comprato nel negozio di souvenir del museo: con il gesto voleva protestare contro le autorità francesi che, a quanto pare, le avevano negato la cittadinanza. Grazie al vetro blindato la tazza di porcellana è andata in frantumi senza provocare danni. Ovviamente l'opera non deve la sua celebrità a questi fatti, tuttavia l'attenzione mediatica intorno al dipinto é davvero tanta, quindi ci si può aspettare che divenga nuovamente oggetto di "attenzione" che, come abbiamo visto, va ben oltre l'ammirazione artistica


Gabriele Perelli, 3I







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