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Marco Bellucci, Massimo Angelini

Di abbattere le mura (18 donne)

Nella notte tra il 21 ed il 22 novembre l’artista Nayt ha rilasciato il suo nuovo album, intitolato "Lettera Q", va ad aprire un nuovo arco narrativo dopo che l’anno scorso con "HABITAT" ha chiuso la sua seconda trilogia.


Il rapper è noto per l’acclamazione da parte della critica dei suoi testi e per le sue riflessioni riguardo tematiche socio-culturali, come il significato dell'amore e l'industria musicale. La guerra contro la violenza di genere è un tema molto importante per Nayt. Infatti, giá nel suo precedente album “HABITAT” con “solo domande” si era espresso a riguardo, specialmente nella strofa due:


[Strofa 2 di "solo domande"]


In un uomo che l'ama cosa succede? Cosa sente?

Che terapia si applica ad un dolore così grande?

Come si può sostenere questo genere di domande?


Fuori dicono di essere furbo, di essere forte



Io non so gestirla, cerco, non trovo una scusa

Sento solo di avere fallito con l'amore mio

La verità è che non c'è uomo che non debba farci i conti

E che nessuno sa come fare a farci i conti

E che nessuno vuole imparare a farci i conti

Sembra che i padri deleghino ai figli certi compiti

Non trovi?


La strofa affronta temi complessi legati alla violenza di genere, alle relazioni e al patriarcato. Esprime la sofferenza delle donne vittime di abusi e la difficoltà degli uomini nel gestire emozioni come la gelosia e l’insicurezza, spesso influenzate da dinamiche patriarcali.

Sottolinea la mancanza di strumenti per affrontare il dolore e la necessità di superare stereotipi che impongono agli uomini un’apparente forza emotiva. Sopratutto il testo evidenzia come il patriarcato opprima non solo le donne, ma anche gli uomini,

perpetuando ruoli e comportamenti tossici tramandati di generazione in generazione.

La riflessione invita a un cambiamento personale e sociale, necessario per interrompere questo ciclo. Il cantante ricerca, quindi, con umiltà una speranza, un pilastro su cui poter appoggiare per affrontare tutte le sue insicurezze causate da una società patriarcale fredda e distante, alimentata nella sua prospettiva da una figura paterna assente ed emotivamente noncurante.


In "Lettera Q", la traccia intitolata: "Di abbattere le mura (18 donne)", è un manifesto all’umanitá che fa ricordare l’importanza delle donne nella societá. La stessa societá che spesso e volentieri non cammina nella loro stessa direzione ma pone duri ostacoli.


[Testo di "Di abbattere le mura (18 Donne)"]


[Intro]

Mhm-mhm, io


[Strofa]








Io non sono Alda Merini, la poesia e l'elettroshock

Vestito incandescente che indossò andando via












Pianeta che non conosco, fuggire l'ignoto

E, così, scordare ancora chi sono


[Outro]

Oh-oh-oh


Oh-oh-oh


Oh-oh-oh


Oh-oh-oh

Grazie, amore mio, eh, come stai?

Oh-oh-oh


Io sto abbastanza bene.




Come la società, come se la società sia un problema suo.

Spoiler: avrà ragione Michela Murgia anche domani: la società è un problema di ciascuno di noi e in questo consiste il gesto politico di Michela Murgia.


Il tuo destino è l'amore, nient'altro, nient'altro, nient'altro.



Il testo di "Di abbattere le mura (18 Donne)" si presenta come una riflessione profonda sull'identità personale e collettiva, attraverso il confronto con le figure femminili che hanno segnato la storia recente per la loro forza, il loro coraggio e il loro impatto sociale. L'autore esce da un giudizio personale ed esplora la distanza tra sé stesso e queste donne, non per sminuirsi, ma per sottolineare il valore unico di ognuna di loro, mentre cerca di comprendere la propria posizione nel mondo e come poter lottare e stare al loro fianco.

 

Confronto con figure femminili iconiche:

L’autore cita donne straordinarie, come Maria Lai, Ilaria Cucchi, Michela Murgia, Liliana Segre, Alda Merini, Giulia Cecchetin, Maura Gancitano, Margherita Hack ma anche persone care della sua famiglia come sua madre e sua nonna, sempre state presenti nelle difficoltà che il cantante ha passato e a cui spesso ha dedicato canzoni o testi.

Ogni riferimento mette in luce un aspetto della loro vita e del loro operato: l’arte che unisce, la lotta per la giustizia, la resistenza al patriarcato, la forza culturale e scientifica, il coraggio e l’amore. Questo elenco rappresenta una celebrazione della complessità e della varietà dell’esperienza femminile, offrendo un panorama di modelli ispiratori.

 

La canzone è emotivamente impattante. la sua musicalità semplice ma commovente e l’utilizzo del pianoforte la rende stilisticamente simile ad una ballata dei tempi odierni.

La scelta del mixing è ben pensata con il riutilizzo del discorso di Chiara Valerio durante il funerale di Michela Murgia, morta il 10 agosto 2023, l'intervista audio pubblicata in precedenza su Instagram alla "signora Anna", donna anonima cara al cantante e elementi della poesia “Bambina mia” di Mariangela Gualtieri.

È in questa poesia che si trova il significato principale della canzone e un punto di introspezione per l’artista a cui poter far riferimento.

 

Bambina mia,

Per te avrei dato tutti i giardini

del mio regno, se fossi stata regina,

fino all’ultima rosa, fino all’ultima piuma.

Tutto il regno per te.

E invece ti lascio baracche e spine,

polveri pesanti su tutto lo scenario

battiti molto forti

palpebre cucite tutto intorno.

Ira nelle periferie della specie.

E al centro,

ira.

Ma tu non credere a chi dipinge l’umano

come una bestia zoppa e questo mondo

come una palla alla fine.

Non credere a chi tinge tutto di buio pesto e

di sangue. Lo fa perchè è facile farlo.

Noi siamo solo confusi, credi.

Ma sentiamo. Sentiamo ancora.

Sentiamo ancora. Siamo ancora capaci

di amare qualcosa.

Ancora proviamo pietà.

Tocca a te, ora,

a te tocca la lavatura di queste croste

delle cortecce vive.

C’è splendore

in ogni cosa. Io l’ho visto.

Io ora lo vedo di più.

C’è splendore. Non avere paura.

Ciao faccia bella,

gioia più grande.

L’amore è il tuo destino.

Sempre. Nient’altro.

Nient’altro. Nient’altro.

 

Questa è una poesia dedicata ad una bambina cara alla poetessa. È un messaggio di ottimismo e di speranza in un mondo migliore in mano alle future generazioni. È un monito per amare e continuare ad amare nonostante le apparenti crudeltà del mondo che si possono porre dinanzi a tutti.

Nel male c’è confusione di chi ancora non ha trovato la chiave per poter amare, amare come le ragazze e le donne citate nella canzone hanno fatto per costruire un mondo più giusto ed equo, perseguire i loro sogni e accendere sempre un lume di speranza non smettendo di credere.

 

Nayt capisce quindi l’importanza di aprire completamente il suo cuore e trovare un suo posto nel mondo tramite le sue passioni e le sue lotte. L’autore non si presenta come un eroe, ma come una persona in cerca, che riconosce i propri limiti e dubbi.

Questa vulnerabilità è ,però, accompagnata da una speranza verso il futuro: rappresentata dalla possibilità di insegnare ad amare di nuovo. Solo amando e conoscendo l’amore degli altri potrà riscoprire se stesso e cosa desidera davvero.

 

 

L'identità personale:

L'autore si interroga su sé stesso in relazione a queste donne: “Chi sono io?” La domanda sul proprio io è centrale, emergendo dal confronto con figure che sembrano monumentali. L’idea che per trovare sé stessi si debba "sottrarre quello che c’è intorno" suggerisce la difficoltà di definire la propria unicità in un mondo pieno di influenze e aspettative.

 

Il tema dell’amore e della società:

L'amore è descritto non solo come sentimento personale, ma anche come fondamento di una società migliore. L'autore invita a non credere a chi dipinge l'umanità solo con tinte negative, ribadendo che il destino ultimo dell'essere umano è l'amore. Michela Murgia è qui citata come esempio di chi ha posto l'accento sull'importanza del collettivo e del gesto politico come forma d'amore.

 

Il patriarcato e la responsabilità collettiva:

La riflessione finale sottolinea che la società non è un problema individuale, ma un impegno collettivo. Questo pensiero richiama la necessità di abbattere le "mura" che separano, non solo tra uomo e donna, ma tra gli individui, per costruire un mondo più giusto e amorevole. Queste mura coinvolgono sia un muro politico, causato dall’oppressione sociale e patriarcale, sia emotivo e relazionale, sottintendendo l’importanza dell’educazione all’affettività.

 

 

"Di abbattere le mura (18 Donne)" è un inno alla resilienza e al cambiamento. L’autore si mette a confronto con modelli straordinari, non per rimanerne schiacciato, ma per trovare ispirazione e invitare chi ascolta a impegnarsi per abbattere le barriere personali e sociali, riconoscendo l’amore come forza motrice dell’esistenza e della politica.

 

 

 

Buona giornata del 25 novembre a tutti voi!

 

 

~Marco Bellucci, Massimo Angelini

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