L'HIJAB
- Giornalino Peano
- 2 giorni fa
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Nel dibattito pubblico si sente spesso dire che il velo islamico, o hijab, sia un simbolo di oppressione delle donne. Ma è davvero così? Per capirlo, è importante andare oltre i pregiudizi e ascoltare le testimonianze delle donne musulmane che lo indossano per scelta, come espressione della propria identità e spiritualità.
Che cos'è l’hijab?
Il termine “hijab” deriva dall’arabo e significa “barriera” o “copertura”. Indica una specie foulard che copre i capelli, il collo e le spalle, lasciando scoperto il volto. Tuttavia, non si tratta solo di un capo d’abbigliamento: è parte di un principio più ampio legato alla modestia, un valore centrale nella religione islamica.
Non solo donne: anche gli uomini hanno regole
Spesso si dimentica che nell’Islam anche gli uomini devono seguire un codice di abbigliamento. Devono vestirsi in modo sobrio, coprire la parte del corpo dal torso alle ginocchia, evitare abiti troppo aderenti o provocatori, e mantenere un atteggiamento rispettoso. La modestia, quindi, è un valore che riguarda entrambi i sessi, non è qualcosa imposto solo alle donne.
Questo dimostra che l’hijab non è un’imposizione unilaterale, ma parte di un sistema di valori che coinvolge uomini e donne in modo equo, anche se espresso in forme diverse.
Una scelta, non una costrizione
In alcuni Paesi, purtroppo, il velo viene imposto per motivi culturali o politici, e questo può generare situazioni di oppressione. Tuttavia, confondere questi casi con l’intero significato dell’hijab è sbagliato. L’Islam, nella sua essenza, non impone la fede: ogni atto religioso, incluso il modo di vestirsi, deve essere volontario per avere valore.
Imran R. Akatukunda 2B
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