La scuola favorisce la socialità
La scuola favorisce la socialità, consente l’instaurarsi di relazioni affettive e di amicizia, prepara, fin dalla prima infanzia, all’interazione con gli altri individui, coetanei e non. La scuola non è soltanto un luogo dove avviene mero apprendimento di nozioni, ma rappresenta un ambiente, al di fuori della famiglia, nel quale non solo si acquisisce conoscenza, ma si costruiscono anche rapporti di complicità, solidarietà e a volte di conflittualità fondamentali per lo sviluppo della personalità di ciascun individuo. È opinione di molti che il rientro a scuola in presenza, nonostante l’emergenza sanitaria, sia indispensabile.
Qualcuno però spieghi come, con le misure indispensabili da adottare a causa del pericolo Covid possa essere favorita la socializzazione quando:
1) occorre mantenere la distanza fisica di almeno un metro tra gli individui evitando, pena la fustigazione, gesti di espansività tipo baci, abbracci, “batti il cinque”;
2) è necessario indossare la mascherina per tutta la durata dell’orario scolastico che di certo non favorisce la comunicazione visto che, considerato il distanziamento, bisogna urlare per farsi capire dal proprio interlocutore, che dopo un po’ ti manda a quel paese perché non capisce lo stesso;
3) il colpo di tosse o lo starnuto di un compagno fa venir voglia di disinfettarlo, insieme all’area circostante, con il lanciafiamme;
4) la ricreazione, se consentita, costituisce il momento di “osservazione” per cogliere in flagrante il trasgressore delle misure anti Covid e sottoporlo ad un processo per direttissima in classe.
… i banchi singoli: che tristezza…
La scuola favorisce l’apprendimento
In condizioni normali la scuola rappresenta l’ambiente idoneo per promuovere l’apprendimento e la formazione di tutti gli studenti. La didattica attualmente prevede lavori di gruppo, laboratori, confronti e discussioni su temi diversi.
Ma……….in tempi di Covid purtroppo, l’apprendimento viene fortemente minato dall’uso della mascherina che inevitabilmente riduce la corretta ossigenazione delle cellule, soprattutto quelle cerebrali. Oltre al disagio visibile dovuto al fatto che con la mascherina, dopo un po' manca l’aria, la copertura di metà faccia impedisce all’insegnante di capire se gli studenti hanno realmente capito i contenuti della lezione o, se sotto la mascherina si nasconde un’espressione demente di perplessità.
La scuola è un luogo sicuro
Il Covid-19 fa registrare ogni giorno migliaia di contagiati: alcuni finiscono in ospedale, altri sono asintomatici, ma possono diffondere il virus. Il governo ha emanato numerose disposizioni restrittive per frenare l’epidemia tra le quali la chiusura di molte attività. Alcuni presidenti di Regione sostengono che le scuole siano focolai di contagi e hanno emanato ordinanze di chiusura. E invece la Ministra dell’Istruzione dice che i contagi sono pochi e perciò i ragazzi devono andare a scuola in presenza “e ci devono rimanere”.
Ma…..ma non ci hanno sempre spiegato che i luoghi chiusi, soprattutto se affollati, sono rischiosi tutti, comprese le classi “pollaio” che non fanno di certo eccezione? La mancanza di socialità è un argomento retorico in tempi di pandemia. Chissà se coloro che inneggiano alla didattica in presenza hanno considerato che le finestre aperte, quando fuori le temperature sono molto basse, annullano il lavoro dei termosifoni, determinando un grosso spreco di energia, e costringendo studenti e professori ad indossare giacconi e cappelli in classe. Chissà se questi scienziati della politica hanno considerato, anche, che trascorrere 5/6 ore al freddo non fa bene alla salute e non stimola amabilità, espansività e socievolezza e soprattutto la voglia di andare a scuola?
Gli ingressi scaglionati per un rientro a scuola senza rischi
Scaglionare gli ingressi a scuola e di conseguenza anche le uscite è frutto della genialità di alcuni “pensatori” politici che riescono a trovare soluzioni tanto ingegnose quanto sgradevoli. Dicono che in questo modo il sovraffollamento dei trasporti pubblici potrebbe registrare una considerevole flessione. Addirittura, qualcuno aveva ipotizzato di aprire le scuole anche la domenica.
Purtroppo……….lasciando ragionevolmente perdere il giorno in cui anche Nostro Signore si riposò, per adeguarsi alle disposizioni di legge, molti Istituti, che concentravano le lezioni su cinque giorni dal lunedì al venerdì, hanno riorganizzato gli orari prevedendo le lezioni anche il sabato. Qualcuno dovrebbe spiegare ai predetti arguti “pensatori” che le famiglie, sia quelle degli studenti che quelle degli insegnanti, potrebbero contare due o tre figli in età scolare che entrano a scuola ad orari diversi e che i genitori devono organizzarsi per gestire tutte le attività quotidiane relative alla propria attività lavorativa e alle esigenze dei figli. Di certo, con gli orari scolastici che cambiano ogni settimana, l’organizzazione della vita risulta un po’ difficile, per i comuni mortali. Altro discorso per chi può permettersi autista, baby-sitter e colf!
Riccardo Tomassoli 3I
Commentaires