Il giorno venerdì 26 febbraio le classi quinte hanno assistito (qualcuno in presenza e il resto da remoto) ad una conferenza organizzata e tenuta dal professor Giorgio Marsan. La conferenza è in relazione alla recente celebrazione del Giorno del Ricordo del 10 febbraio, pertanto il tema è stato l'esilio in Italia dei Giuliano-Dalmati in seguito alle spartizioni del territorio del confine Nord-est e ai numerosi infoibamenti ad opera degli jugoslavi di Tito.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, precisamente nel 1941, l'Italia partecipò all'aggressione della Jugoslavia insieme alla Germania, anch'essa fascista.
Questo conflitto portò all'annessione di alcuni territori, tra cui la Dalmazia. Quando, nel settembre del 1943, l'Italia firmò l'armistizio con gli anglo-americani, i partigiani jugoslavi iniziarono a rivendicare il possesso di quei territori, lasciando morire nelle foibe centinaia di italiani. Le foibe sono dei i fossi naturali profondi circa 200 metri in cui potevano essere gettati 2500 corpi ogni 30 metri quadrati ed erano scavati nei boschi isolati cosicché nessuno poteva trovarli. L'obiettivo di Tito era quello di incutere terrore e, con la fine della Guerra, occupò Trieste e l’Istria, obbligando tutti gli italiani rimasti in quelle zone ad abbandonare le loro abitazioni e ad intraprendere un lungo peregrinare da italiani in terra italiana. Intanto gli infoibamenti continuarono fino al 1947.
Questa tragedia è stata causata dalle conseguenze dell’odio istigato dalle dittature: infatti è impossibile riconoscere quelli giusti, come i partigiani comunisti jugoslavi che, seppur testimoni di crudeltà ed eccidi durante l’occupazione nazifascista, si macchiarono dell’infamia delle foibe. In entrambi i casi, purtroppo, si tratta di un genocidio al di là dei numeri delle vittime. È sempre l'estremo ciò che porta a sbagliare e causa avvenimenti come quelli citati, l'estremizzazione del proprio pensiero o ideale annebbia la mente.
Nel 2004, finalmente il Parlamento italiano ha deciso di istituire la Giornata del ricordo per la tragedia delle foibe e dell'esodo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, non certo per accontentare chi non si riconosceva nella Festa nazionale della liberazione del 25 Aprile, ma per ridare dignità e memoria a quelle migliaia di vittime che le divisioni ideologiche del dopoguerra, rischiavano di uccidere ancora.
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