L'opera é un incontro di realtà tangibile e realtà sognata, incrociati in un'operazione di mecenatismo contemporaneo.
Uno stile profondamente influenzato da artisti come Caravaggio, Dalí e Plaschez in un mix che risulta sempre molto umano.
La prima a manifestarsi ai nostri occhi é la straordinaria maestria del tarantino nella sinuosità delle forme, nella carne non peccaminosa quanto pura, vera e perfetta, e nelle proporzioni, nelle ombre, nelle espressioni, nelle posizioni dei corpi.
Ma concluso e definito questo aspetto così spettacolare dell'opera, ci si dovrebbe soffermare molto sulla simbologia: un cerchio simbolo di perfezione, all'interno del quale viene stravolto un amore platonico. Per Beatrice vesti bianche, la purezza, su Dante vesti rosse, l'ardere di un intelletto, in un incontro in cui questo amore viene risolto.
A mio parere é la massima espressione di modernità, dove il nuovo si costruisce sul passato: il bisogno di un obbiettivo tipico della nostra società, ci fa produrre solo risultati finiti ed é spaventoso che una percezione del genere possa essere arrivata anche nell'arte. Per me le labbra non si sarebbero dovute toccare, anche perché l'uomo ormai ha ben poche possibilità di arrivare a Dio, ma sono comunque sicuro che é un'opera che rende la nostra cultura più ricca e, anche solo per questo, va apprezzata. PS: figurativamente lo adoro Sul significato simbolico sono più combattuto.
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