"NOI ARRESTIAMO I PADRI E VOI EDUCATE I FIGLI" - Paolo Borsellino
Durante la settimana dello studente le professoresse Maria Arena ed Emanuela Mattia hanno tenuto un corso sulla mafia, in cui è stata spiegata la mafia e come funziona. Ecco un piccolo resoconto.
La parola mafia viene dall'arabo "maffia" che significa "colui che fa lo spavaldo".
Ma si può descrivere la mafia in una sola parola?
Questa domanda, posta ad inizio della lezione, ha avuto come prima risposta "morte". Il fatto che una parola così forte sia stata la prima a venire in mente agli studenti raccolti in Aula Rosa fa capire che la mafia sia un' organizzazione senza pietà. Basti pensare alle storiche stragi che hanno ucciso Paolo Borsellino (strage di via d'Amelio: 19 luglio 1992) e Giovanni Falcone (strage di Capaci: 23 maggio 1992). Questi due magistrati hanno reso pubblici molti segreti di Cosa nostra. Falcone, inoltre, ideò il 41 bis: una modalità che garantiva l'isolamento totale del mafioso dal mondo esterno per evitare che continuassero a dirigere l'organizzazione dal carcere. Il loro coraggio di lottare contro la mafia li portò ad essere uccisi tramite degli attentati.
Lo scopo della mafia è quello di controllare tutto il paese, chiedendo soldi su soldi e uccidendo coloro che cercano di mettergli i bastoni tra le ruote. Farne parte non è così semplice, ci sono regole molto rigide da seguire e una cerimonia di iniziazione durante la quale bisogna fare il giuramento. Si fa un taglio sulla mano dell'iniziato, si fa scorrere il sangue su un santino e gli si da fuoco. Mentre il santino brucia, l'iniziato pronuncia il giuramento: "giuro di essere fedele a Cosa nostra. Possa la mia carne bruciare come questo santino se non manterrò fede al giuramento".
Ma la mafia non dev'essere per forza punita: dovremmo rendere la nostra società un posto inospitale per questa organizzazione così da non arrivare al processo in tribunale. Questo è quello che fa "Libera", un' associazione contro le mafie che sfrutta i beni confiscati ai mafiosi per un uso sociale. Le due volontarie di "Libera" che sono intervenute nel corso dell'incontro, Francesca e Martina, sono riuscite a fare entrare gli studenti del Peano nel mondo di questa associazione, e hanno aperto gli occhi a molti. Hanno spiegato come sono riuscite, insieme ad altri volontari, ad organizzare una festa in uno dei quartieri più malfamati di Roma, il Laurentino 38. Non tutte le persone che abitano lì spacciano droga o fanno parte della mafia e vorrebbero un quartiere migliore in cui vivere e crescere i propri figli: "Libera" li ha aiutati molto, organizzando da qualche anno il Laurentino spring fest, a maggio.
Questo e molto altro è quello che fa "Libera" per combattere la mafia in tutta Italia. Per conoscere gli altri eventi basta andare sul sito di "Libera" (https://www.libera.it/ ).
-Claudia Avagliano
Comentarios