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Immagine del redattoreGiornalino Peano

Sanremo 2021: Il Festival della Rinascita

La 71° edizione del Festival di Sanremo ha chiuso i battenti con la vittoria dei Måneskin, una band romana dall’energia dirompente, che ha conquistato la vittoria con

la canzone «Zitti e buoni». Il pezzo rock della band ha letteralmente stravolto gli schemi, sovvertendo ogni previsione e portando sul palco una sferzata di energia e novità.

I quattro giovani ventenni componenti della band hanno stregato il pubblico a suon di chitarre elettriche e con la loro presenza scenica. Ma non solo questo ha contribuito a immortalare il Festival da poco concluso come il Festival della Rinascita.


Ormai da diversi anni, il Festival non è più inteso solamente come una gara canora, ma rappresenta sempre di più un fenomeno di costume, un contenitore da cui vengono lanciati tanti messaggi importanti, un palco in cui non si esibiscono solo cantanti, ma in cui passano persone che hanno emozioni e vite da raccontare.

E dopo un anno difficile come quello che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo a causa della pandemia, il Festival è riuscito nell’intento di superare l’isolamento pandemico per unire gli spettatori e regalare loro una boccata d’aria.

Sanremo 2021 è stato un Festival quasi total young che ci ha insegnato che l’involucro musicale è cambiato, ma la musica mantiene sempre lo stesso obiettivo, di regalare emozioni ed essere un lenitivo contro il male di vivere.

Tra i vari messaggi che molti hanno compreso sul palco dell’Ariston abbiamo L’emozione tangibile di Fedez durante l’esibizione, la scelta di Francesca Michielin di regalare a lui i fiori del Festival e l’invito del cantante a non vergognarsi delle proprie fragilità umane sono dei piccoli passi importanti verso lo scardinamento del concetto di maschio alpha e verso l’obiettivo della parità di genere.



Nel corso delle cinque serate del Festival, il cantante Achille Lauro ha presentato un viaggio nei generi musicali che hanno rappresentato un’epoca, un modo di vivere e di pensare. E a suo modo e con la sua arte, anche l’istrionico performer ha lanciato dei messaggi di umanità. Ci ha insegnato che bisogna pesare le parole e mettere da parte i giudizi e i pregiudizi.

Trafitto nel petto dalle rose, nell’ultimo quadro presentato a Sanremo 2021, ha mostrato il sangue generato dalle parole di odio gratuito.


A volte dimentichiamo quanto le parole possano fare

male, quanto la vita di una persona possa cambiare notevolmente per un giudizio non richiesto, per un commento non appropriato. Ma non solo i giovani si sono fatti portatori di messaggi importanti in questo Festival della Rinascita.

Che dire infatti del messaggio di Loredana Bertè? L’artista ha portato sul palco un paio di scarpe rosse, simbolo della lotta al femminicidio, e ha lanciato un esplicito messaggio “Al primo schiaffo bisogna denunciare”.


Questo Festival insomma è riuscito, nel tempo del distanziamento sociale, a riunire tutti gli italiani davanti allo stesso spettacolo e sotto le stesse canzoni, e allo stesso tempo si è fatto portavoce di messaggi di umanità e di grande cambiamento attraverso “modalità comunicative” nuove rispetto al passato.



Sanremo 2021: Non tutto può essere apprezzato


Purtroppo non è tutto così bello come sembra, al giorno d’oggi non è più possibile vedere solo gli aspetti positivi in ciò che si vede, se da una parte qualcuno osserva l’esibizione di un cantante riuscendo a percepire e ad apprezzare il significato, dall’altra c’è chi nella stessa performance vede solo negatività immotivata.



Talvolta queste persone sono più concentrate a dare troppo peso a dei semplici e inaspettati errori, magari un playback troppo evidente nel momento in cui il cantante sembra perdersi nella canzone, come è successo a Loredana Bertè, oppure la performance di Max Gazzé durante la finale, nella quale il pubblico ha fatto più caso al momento in cui scendendo dal palco mentre cantava e caduto in mezzo ai sedili (scena diventata virale), invece che pensare alla canzone stessa.



Ovviamente c’è anche di peggio; tra tutti gli altri momenti che hanno causato più polemiche, abbiamo la particolare esibizione di Achille Lauro che canta, vestito completamente di bianco, assieme a Rosario Fiorello (Co-conduttore del festival), completamente ricoperto da un lungo abito nero e con una corona di spine nera sulla testa.

Tutto ciò ha scatenato uno sdegno tale da far tuonare persino il Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Mons. Antonio Suetta, il quale ha descritto quest’esibizione parlando di “sdegno, mancanza di rispetto, derisioni e manifestazioni blasfeme nei confronti della fede cristiana esibite in forme volgari e offensive”, tutto a causa dell’abito di Fiorello.


In conclusione: polemiche poco motivate, sdegno per un’esibizione interpretata in un certo modo e prese in giro per involontari incidenti o errori di un cantante; tutte cose che ci fanno capire che oggi esiste quella fetta di pubblico che non si concentra a considerare il giusto messaggio che questo festival ha voluto mandarci in un periodo così difficile, ma sono più interessati a creare

scompiglio di massa (soprattutto sui social) pubblicando gli episodi definiti da loro come delle “Gaffe” o più semplicemente “Trash”. Insomma… possiamo dire che purtroppo, nel mondo della televisione italiana, il cambiamento del pubblico non è sempre una cosa positiva.

Sara Rangoni 5L

Federico Agresti 4F




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