Lo scorso 21 ottobre un centinaio di studenti riuniti sotto il nome di azione studentesca si sono trovati davanti il ministero dell'istruzione a Trastevere a manifestare per ottenere alcuni cambiamenti nel sistema scolastico italiano, vediamo i loro obiettivi:
PCTO più funzionali.
Infatti secondo molti studenti la “nuova alternanza scuola-lavoro” non forma lo studente al mondo del lavoro ma costringe dei ragazzi a lavorare senza venir retribuiti, venendo essenzialmente sfruttati. Sarebbe ottimale che la questione PCTO venga rielaborata fornendo ad ogni studente percorsi in linea con il loro percorso di studi.
Viaggio alla riscoperta delle radici dell'Europa, per vincitori di concorsi letterari o artistici.
Aiuto alle famiglie e una commissione di vigilanza per contrastare il caro-libri e il rinnovo dei libri di testo.
Questa richiesta è relativa al fatto che le case autrici dei libri di testo pubblichi costantemente nuove edizioni in modo da limitare il riutilizzo delle edizioni precedenti danneggiando l'ambiente e i portafogli delle famiglie italiane, infatti spesso tra un'edizione e la sua successiva le differenze sono di poco rilievo.
Aumentare il numero dei rappresentanti d'istituto da 4 a 6 per ottenere più rilievo nelle riunioni del consiglio d'istituto.
Raddoppiare le ore di educazione fisica nelle scuole superiori passando da 2 a 4 in modo che essa non sia più una materia di serie B ma un'opportunità per migliorare se stessi.
Questi punti sono stati elencati in diversi discorsi fatti al megafono tra un coro ed un altro sventolando bandiere dell'Italia e con il simbolo di azione studentesca; lo slogan esposto sullo striscione era: “Merito, orgoglio, identità. Per costruire la scuola del domani”, “Europa, Nazione, rivoluzione.” È stato urlato a squarciagola dai manifestanti nella mattinata;
Questi ragazzi testimoniano di essere additati “fascisti” dagli antifascisti, questi ultimi infatti vogliono tappargli la bocca. La loro protesta è scatenata dal fatto che nella situazione attuale è vietato fare politica nelle scuole, per zittirli infatti, gli antifascisti non li farebbero entrare nei collettivi studenteschi perché politicamente esposti, i ragazzi di azione studentesca non trovano giusto infatti l'abbassamento del voto in condotta per aver fatto propaganda politica.
“Non siamo violenti, ma persone fedeli alla rivoluzione e ai propri sogni” hanno concluso.
Massimo Angelini, 3L
Comments