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Karl Amatorio

La nuova era dell'esplorazione spaziale americana


Il 7 dicembre 1972, la NASA portò a termine l'ultima esplorazione lunare americana con la missione Apollo 17. L'atterraggio sulla Luna avvenne nella Valle di Taurus-Littrow, una regione montuosa situata nella parte orientale del nostro satellite. Due astronauti trascorsero tre giorni sulla superficie lunare, raccogliendo campioni di rocce e polvere lunare, conducendo esperimenti scientifici e documentando la geologia del luogo. Dopo Apollo 17, le esplorazioni lunari statunitensi furono interrotte.


Il 5 novembre 2024 si sono svolte le elezioni per il 47° presidente degli Stati Uniti. A vincere è stato Donald J. Trump. Come già annunciato durante la sua campagna elettorale, una delle sue priorità dichiarate è quella di collaborare con Elon Musk, CEO di SpaceX, per promuovere l’esplorazione spaziale per mandare l’uomo oltre la Luna, in particolare su Marte.


Tra i due c'è sempre stata una forte intesa: durante la campagna elettorale, Elon Musk ha apertamente dichiarato di preferire Trump alla vicepresidente Kamala Harris, accusandola di orientamenti politici che avrebbero potuto portare a conflitti di scala mondiale. Musk vede Trump come il leader capace di portare l'umanità su Marte. Trump, dal canto suo, ha esplicitamente dichiarato:

“Elon, fai partire quelle astronavi! Vogliamo arrivare su Marte prima della fine del mio mandato.”.

È da molto tempo che la NASA afferma di voler inviare astronauti su Marte, ma solamente dopo essere tornati sul suolo lunare. Per SpaceX, invece, la priorità primaria non è quella di un ritorno sulla Luna, ma quella di mettere piede su Marte, un impegno concreto e molto ambizioso. In occasione di ogni lancio, i dipendenti dell'azienda indossano con orgoglio magliette con lo slogan "Occupy Mars", un chiaro segno di come il progetto di colonizzazione di Marte non sia solo un obiettivo tecnologico, ma una vera e propria missione culturale e ideologica.


Nel settembre 2023, Musk delineò una tabella di marcia decisamente più aggressiva per SpaceX; in un post su X, ha dichiarato che l'azienda intende lanciare cinque missioni con razzi Starship, senza equipaggio, destinate a Marte nei prossimi due anni. Queste missioni senza equipaggio serviranno a testare la capacità del razzo di arrivare sul Pianeta Rosso, nonché le sue capacità di atterraggio e di ritorno sulla Terra. Se queste missioni senza equipaggio dovessero avere successo, Musk prevede che le prime missioni con equipaggio potrebbero partire già entro quattro anni. Questo significa che, entro la fine del decennio, SpaceX potrebbe davvero essere sulla strada giusta per stabilire una presenza umana su Marte.


Anche le ambizioni di Trump non sono da meno; durante il suo primo mandato, manifestò impazienza riguardo alla missione Artemis. Nel giugno 2019, su Twitter, scrisse:

“Dovrebbero concentrarsi su progetti molto più grandi, come Marte!”

Poche settimane dopo, durante un incontro nello Studio Ovale per commemorare il 50° anniversario del primo sbarco lunare, Trump chiese al capo della NASA, Jim Bridenstine, perché l'agenzia non potesse puntare direttamente su Marte.

“Dicono che per arrivare su Marte bisogna atterrare sulla Luna. C’è un modo per andarci direttamente, senza passare dalla Luna? È possibile?” chiese Trump.

Conoscendo le ambizioni di Elon Musk e del nuovo presidente degli Stati Uniti, solo il tempo ci dirà come andranno le cose.


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