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Alessandro Basanisi e Luca Bacchin

Intelligenze Artificiali: Il Cervello Digitale che Sogna di Essere Perfetto

Negli ultimi anni abbiamo assistito a sviluppi con velocità senza precedenti nel campo delle Intelligenze Artificiali (in inglese Artificial Intelligence), come ad esempio abbiamo visto con la società Open AI che nel novembre 2022 ha reso gratuitamente al pubblico l’utilizzo dell'ormai nota “ChatGPT”. Questa tramite una chat consente all’utente di avere una conversazione, quindi porre domande e quesiti, ma anche richiesta di produrre un testo a partire da un input stabilito dall’utente. Un altro esempio di AI che recentemente ha riscosso molto è l’AI che genera immagini a partire da una serie di parole chiave inserite dall’utente, chiamata “Midjourney”. Queste AI hanno fatto molto parlare negli ultimi tempi, arrivando addirittura a provocare un blocco del sito web di ChatGPT da parte del Garante della privacy, dopo che quest’ultimo aveva riscontrato delle criticità sulla gestione della privacy e sulla sicurezza e riservatezza a cui i testi degli utenti venivano sottoposti. Per quanto riguarda Midjourney invece, il suo utilizzo ha sollevato una importante discussione sul diritto d’autore e sulla questione di autenticità delle immagini, dato che quest’AI, per funzionare, aveva bisogno di essere “allenata” con tante altre immagini, ma questo portava inevitabilmente a replicare lo stile degli artisti che, invece, impiegavano ore a produrre i loro lavori, a cui non venivano attribuiti nemmeno i “credits” (delle citazioni a quali autori si sia ispirata per produrre le immagini).



Al momento vi sono numerosi centri per la ricerca e sviluppo delle Intelligenze Artificiali, e noi abbiamo avuto l’opportunità di conoscere un ricercatore dell’Università di Losanna, il dott. Michele Viscione e uno studente di neuroscienze, Stefano Biancat-Marchet,dell’Università La Sapienza di Roma, che insieme ci hanno spiegato il funzionamento di una AI: in pratica un’AI è formata da una rete di “neuroni” digitali, che attraverso una complicata serie di “condizioni” e processo di scelte, riescono a determinare una risposta ad una informazione fornita inizialmente. Questa struttura di neuroni, moltiplicata per milioni di volte, riesce a farci ottenere una tecnologia in base di simulare i processi dell’intelligenza umana.

Non ci dobbiamo scordare però che questi insiemi di algoritmi che definiamo come AI, cercano solamente di simulare, ma non riescono (per ora) a emulare un cervello umano, anche perché esiste una differenza sostanziale tra le due strutture: una è digitale e l’altra è chimica. Il nostro cervello funziona con la chimica, tramite neurotrasmettitori, segnali e complesse strutture organiche che hanno avuto modo di “calibrarsi” (evolversi) per migliaia di anni, arrivando a renderci una complessa macchina biologica che alcuni arrivano a definire anche perfetta.


Il 38% delle persone si aspetta che l'intelligenza artificiale elimini completamente alcuni posti di lavoro nei prossimi tre anni. Questi dati, preoccupanti, sono il simbolo di una società arretrata ed ignorante, la quale non è riuscita a rimane al passo con i tempi. Veniamo costantemente bombardati di informazioni, spesso inutili, che portano il cittadino medio non informato a generare questi inutili allarmismi, ma non è successo solo ora basti pensare al discorso dei vaccini, della terra piatta, o di qualsiasi altro complotto basato su trame di film fantascientifici e spesso di dubbia qualità; "aveva quindi ragione Machiavelli, che già nel 400 descriveva l’uomo come una creatura influenzabile dai potenti ed incapace di prendere decisioni sensate" purtroppo molte volte è proprio così.




Delle domande che si pongono in molti è: ma dobbiamo preoccuparci? Che cosa accadrà in futuro? Le AI comportano un rischio per la nostra esistenza come specie? Mentre potrebbe sembrare che in un futuro non molto distante, le AI potrebbero prendere il sopravvento e rivoltarsi contro l’umanità, dobbiamo evitare di gridare e di fare allarmismo: al momento le tecnologie presenti non comportano un rischio all’esistenza stessa dell’umanità, essendo che queste sono ancora in fase di sviluppo e non esistono al momento scenari in cui potrebbero porre una minaccia seria, sebbene però dobbiamo conosciamo tutti la natura umana e al giorno d’oggi queste tecnologie sono anche in fase di sviluppo per un utilizzo militare, che se non dovutamente controllata porterebbero sì ad una minaccia seria e reale per la nostra sopravvivenza.

In sostanza non dobbiamo lanciarci in allarmismi vari e ideologici, seppur dobbiamo aver estrema cautela e vigilare attivamente sul loro sviluppo e non sottovalutare la pericolosità che le AI possono rappresentare. (Titolo generato con ChatGPT :) Alessandro Basanisi e Luca Bacchin 4M

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