Innamorarsi per me è come cadere nel cielo. In inglese questo termine si traduce con to fall in love e quest'espressione secondo me rende di più: è come cadere verso l’alto, in una vertigine a salire che coinvolge corpo e anima. Da lì su il mondo si vede con altri occhi ed è meraviglioso. La via sotto casa, le macchine che passano, un fiore, un tramonto: tutto sembra unico e diventa un pretesto per pensare e ricordare. Quando mi succede mi sento in un vortice di emozioni: dalla tenerezza all’ansia, dalla nostalgia alla gioia sfrenata. Il mondo e le cose sembrano trasformarsi e vedo colori anche dove non ci sono, come se fossi sotto l’effetto di qualche sostanza miracolosa senza effetti collaterali, o mi sentissi la protagonista di una festa continua dove si balla sulla musica a sfinimento. Allora non c’è posto per altri pensieri e mi incanto a fissare il vuoto, mentre i miei occhi vedono altro. A volte sento le farfalle nello stomaco, a volte ho una fame che mangerei di tutto e non c’è modo di studiare o di concentrarmi perché la testa e il cuore vanno sempre lì, al prossimo appuntamento, all’ultima volta che ci siamo visti, allo sguardo, all’urto sulle scale, casuale ma non troppo. Mi guardo allo specchio e mi vengono mille dubbi: sarò troppo alta, troppo bassa, capelli troppo usuali? pantaloni o gonna…? Le mie solite insicurezze si ingigantiscono
ma con la stessa velocità scoppiano come bolle di sapone al primo sguardo o al suono di un messaggio in arrivo sul telefono. Mi sento bene e vorrei saltare e correre e, con la musica nelle cuffiette, immagino migliaia di situazioni nella speranza che un giorno si avverino. Non sento freddo anche se si gela e non mi importa di quello che pensa la gente e mi credo invincibile. E tutto questo, perché? Perché l’amore è così: per ogni essere umano da sempre e per sempre sarà un’avventura meravigliosa, un evento in cui gettarsi a capofitto dimenticando per un po’ ogni calcolo e ogni considerazione razionale, un momento per sperimentare il paradiso.
Francesca Cristofori, 3A
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