Il limite della mia rabbia si infrange quando incontra i tuoi occhi in momenti gentili, da cucciola diventata grande in fretta e furia, in altro caso il rischio che cresca a dismisura mi spaventa, ma mi spaventa di più il non vedere quanto BENE mi puoi far stare con lo sguardo GIUSTO.
Credo molto nello sguardo, e non perché mi piace credere in qualcosa e nemmeno perché lo sguardo sta al linguaggio come il corpo sta all'amore (formulazione che ho costruito e successivamente abbandonato), ma magari perché lo sguardo sta all'amore come ciò che è corpo sta al sesso, proposizione (che ancora non mi soddisfa) da prendere con attenzione e da relazionare al tempo, relazionare agli attimi, che sono d'altronde ciò che porta in atto ciò che provo per te. Non ti aspettare il mio fuoco per tutto il tempo, non ti aspettare il mio gioco tutto il tempo, non ti aspettare la mia PRESENZA tutto il tempo e nemmeno il mio coraggio o il mio star bene. Aspettati nulla da me perché deludo me stesso.
Grazie a Hegel sono più libero di fare come cazzo mi pare.
Mentre sto con te potrei odiarmi solo per inadeguatezza ma tu mi ricorderesti che sbaglio, come sempre.
Ah, e quindi mi permetti di accedere alla mia follia? Beh, grazie ma non so usarla, non so sragionare con ragione, ma come ti dico sempre non mi piace il pensiero di usarti, anche se lo faccio comunque, anche se in forme molto virtuose .
Ciò che so è che voglio stare con te.
Daniele Porchetti, 4I
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