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Immagine del redattoreGiornalino Peano

Il Liceo in prima fila contro la violenza sulle donne

25 Novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne al Peano



Il Liceo Peano si è dichiarato "Per una società Gender Violenze Free" e infatti ha colto l'occasione della celebrazione della Giornata internazionale contro l'eliminazione della violenza sulle donne, del 25 Novembre, per offrire alle studentesse e agli studenti importanti spunti di riflessione con due eventi principali e, altri più ristretti. Nonostante la didattica si svolga per lo più da remoto, il Peano ha messo in collegamento in diretta streaming ben sei classi, per un totale di circa 120 studenti, con l’Associazione nazionale del Telefono Rosa. Il Telefono Rosa infatti ha organizzato un evento, Le donne, un filo che unisce mondi e culture diverse, a cui hanno partecipato circa 1900 persone da tutta Italia utilizzando il canale Youtube discutendo del tema del Revenge Porn e incontrando i figli di alcune vittime di femminicidio.


Un secondo evento, organizzato nelle mura dell'Istituto stesso, ha visto coinvolti una novantina di nostri studenti collegati sempre da remoto, ad eccezione di una piccola rappresentanza in presenza. L'incontro ha trattato il terribile fatto di cronaca che quattro anni fa ha sconvolto la capitale, ovvero il femminicidio di Sara Di Pietrantonio, barbaramente assassinata dal fidanzato. L'evento, per l'importanza dei partecipanti, è riuscito ad attirare anche le telecamere dei telegiornali nazionali, mostrando con orgoglio anche la panchina rossa che campeggia nell'atrio del liceo, come segno dell'impegno che andrà bene oltre il 25 Novembre.

Per ben 120 studenti del Peano dunque, la mattinata del 25 novembre è stata occupata dall’evento mandato in streaming su YouTube da Telefono Rosa. Dopo i saluti iniziali e la presentazione degli argomenti, gli organizzatori, per voce del moderatore, il giornalista de Il Fatto quotidiano Alessandro Ferrucci, hanno puntato a far comprendere la serietà dell’argomento al pubblico, scolastico e non, che ha toccato circa i 2000 i spettatori. Si è partiti subito con i dati importanti di quest’anno in fatto di tematiche sociali, in quanto la pandemia che stiamo tuttora affrontando è, ed è stata, un aggravante: si stima infatti che con l’arrivo del Covid19,e di conseguenza del lockdown totale in Italia, le violenze e, anche i femminicidi siano aumentati in maniera a dir poco preoccupante.

Si contano 92 femminicidi solo durante il periodo di lockdown, ed un aumento di centinaia di violenze registrate sempre nello stesso lasso di tempo. Abbiamo quindi avuto il parere di alcuni esponenti del Telefono Rosa e della presidentessa Maria Gabriella Carnieri, che hanno argomentato sul fatto che per risolvere questi comportamenti criminosi bisogni agire alla base, concentrando le forze su un’impostazione socio-culturale differente e meglio divulgata, partendo possibilmente dalla fascia della popolazione più giovane e/o meno informata, per cercare di cambiare la mentalità dei maschi in particolar modo, principali autori di queste vicende. Sul delicato tema dei femminicidi il progetto ha contato la partecipazione di due testimoni molto vicini all’argomento. Valentina Luntraru e Leonardo Lauriola, i figli di due vittime di femminicidio. Con coraggio e determinazione hanno deciso di testimoniare in questo 25 Novembre, parlando direttamente con i ragazzi presenti e rispondendo alle loro domande.

La madre di Valentina è stata vittima di femminicidio da parte del partner quando la ragazza aveva 13 anni. Da allora Valentina è riuscita a farsi forza e a testimoniare per dare il suo aiuto al tema della violenza contro le donne, scrivendo inoltre una canzone dedicata a sua madre, caricata su YouTube proprio il 25 Novembre. La canzone è stata trasmessa per la prima volta durante la live-streaming del canale YouTube del Telefono Rosa. Nel testo la ragazza tratta dei ricordi passati con la madre e dei sentimenti che l’hanno travolta dopo l’accaduto….

Sogno mia madre contenta una persona non violenta

Ma che ha subito un’atroce violenza e così la sua vita si è spenta

Vorrei parlarti ancora vorrei vederti tutt’ora ma non posso non è più ora

La tua vita lassù ora migliora anche se a quest’ora il dolore mi divora…


Subito dopo la presentazione del video, molti studenti, tra cui alcuni del Peano, hanno posto domande a Valentina, che insieme all’’avvocata e alla nonna, ha ribadito l’importanza di parlare e di cercare aiuto quando la violenza entra nelle proprie vite e del valore della testimonianza per essere d’aiuto a molti altri.

Il secondo testimone, Leonardo Lauriola, è un ragazzo un po’ più grande, musicista di professione ma con un’esperienza simile a Valentina. Anche sua madre è stata uccisa, non molti mesi fa, e anche lui ha messo la sua creatività per “tirare fuori” quel dolore che aveva dentro. La canzone di Leonardo si presenta come quella di Valentina, piena di ricordi e di dolore, ma, come lui stesso ha detto, come specchio di se stesso, in cui rivedere nella sua esperienza una possibilità di risollevarsi e ripartire. Per se stesso e anche per tutti coloro che, dopo un vissuto tanto tremendo, possono riemergere e tornare a vivere….

….mamma sai che ti ringrazio tu mi hai reso questo

guarda cosa ci hanno fatto divisi è diverso

non mi perdo più nel cielo ma mi ci rispecchio

tu che mi hai insegnato tutto ad avere rispetto

e a pensarci tutto questo non mi sembra vero

cerco solo un po’ di luce in un periodo nero

cerco solo un po’ di te dentro me stesso

penso solo quello che mi avresti detto

che piangere non serve soffrire non serve

che un angelo è con me ci resta sempre….

Anche lui ha risposto alle domande degli studenti del Peano e delle altre scuole d’Italia, tutti molto colpiti dalle vicende di Valentina e Leonardo.


Successivamente è stato messo in onda un video realizzato per il Concorso Uno spot per il Telefono Rosa da una classe del Liceo Newton di Roma, tratto da resoconti di figli e amici delle vittime di violenze sulle donne e femminicidio. Il video vede come protagoniste due ragazze, la figlia di una vittima di femminicidio e una ragazza sua amica; lo spot prende quindi in considerazione un ulteriore tema: l’importanza del supporto delle altre persone e delle associazioni dedite alla lotta contro la violenza in generale.

Come ultima presentazione ad iniziativa dei ragazzi, il Telefono Rosa ha mandato in onda il brano di Lola Slater; con la partecipazione della madre, Natasha Slater, DJ conosciuta nella scena musicale milanese.


Il secondo tema della mattinata è stato il Revenge Porn. Con il Responsabile della Polizia Postale, Marco Valerio Cervellini, si è discusso di come questo fenomeno sia sempre più diffuso. Il Revenge Porn è un reato penale che consiste nella diffusione di materiale intimo registrato tra due partner e poi divulgato senza il consenso di uno dei due (generalmente della donna) come vendetta per un litigio o per una relazione troncata, ad altri utenti esterni alla coppia, i quali possono diffondere a loro volta il materiale, sempre senza il consenso, Assieme alle delucidazioni del signor Cervellini, è stato trasmesso anche uno spot di sensibilizzazione ed informazione sul tema. Anche in questo caso gli studenti hanno posto più domande al Commissario, che è stato ben disposto a fornire più chiarimenti possibile, arrivando a toccare questioni complicate come il cyber-bullismo, che bisogna sempre ben definire in contesti come questi. Di certo il messaggio è stato chiaro: bisogna essere prudenti quando si tratta della rete, soprattutto perché è molto difficile prevedere l’uso e la manipolazione di ciò che viene pubblicato, al punto tale da poter danneggiare la nostra immagine anche in futuro.


L’ultimo passaggio del convegno, non meno interessante tuttavia, ha visto la presentazione e il commento degli spot vincitori del Concorso di quest’anno, (a cui ha partecipato anche il Peano seppur senza posizionarsi tra i vincitori) per poi lanciare il nuovo Concorso che vedrà la proclamazione dei vincitori l’8 Marzo 2021.


La giornata dedicata alla violenza contro le donne ha interessato direttamente l’Istituto Giuseppe Peano. La Società Nazionale di Salvamento e l’Associazione Cassandra D, è stata infatti ospite al liceo per parlare di un fatto tragico: l’uccisione di Sara Di Pietrantonio. Durante il collegamento trasmesso in diretta streaming dalla Sala Rosa, si è parlato anche qui di dati su stupri e violenze su donne. Si è ricordato che fino a relativamente poco tempo fa, (1981) esisteva ancora nel Codice penale il delitto d’onore, ovvero un reato che, commesso con la volontà di riparare la reputazione infangata, veniva in parte giustificato: nel caso in cui una moglie, una figlia o una sorella fosse stata colta in situazione disonorante (adulterio o relazione carnale non approvata) all’uomo che commette l’omicidio, veniva ridotta la condanna di almeno un terzo. Si è menzionato anche il matrimonio riparatore: nel caso di una ragazza minorenne stuprata, bastava che lei accettasse di sposare l’uomo, per far decadere il reato.


Alle ore 10:00 è iniziato il film e il dibattito su “Sara”, il docufilm di Daniele Autieri, Stefano Pistolini e Giuseppe Scarpa, prodotto da Discovery Italia. Il film, dalla durata di circa 30 minuti è una ricostruzione accurata degli avvenimenti, con la descrizione degli scenari sociali, delle circostanze e, soprattutto il dettagliato resoconto dalla voce di uno dei protagonisti della vicenda, a partire dalla madre della vittima, la signora Concetta Raccuia, presente in Aula Rosa insieme al cugino di Sara, Riccardo Raccuia.

Sara Di Pietrantonio era una ragazza della capitale di 22 anni, uccisa e successivamente bruciata dal fidanzato Vincenzo Paduano, pochi giorni dopo la rottura del loro fidanzamento , in una strada di periferia nelle prime ore del 29 maggio 2016. L'assassino è stato condannato all'ergastolo dai giudici della Corte d'Appello dopo che la Cassazione aveva disposto, nell'aprile scorso, un nuovo processo di secondo grado non ritenendo il reato di stalking aggravante a quello di omicidio come invece deciso nel corso del primo processo d'appello, conclusosi con una condanna a 30 anni. A rendere ancor più tragica questa storia è il fatto che il corpo della giovane fu ritrovato, carbonizzato, dalla mamma. La ragazza, infatti, quella sera era uscita con il nuovo compagno Alessandro. Al momento di rientrare a casa Sara aveva mandato un messaggio alla madre, che l'aspettava a casa: "Mamma, sto rientrando". Ma Sara, che guidava l'automobile della madre, era seguita dall'ex, che poi la fermò, arrivando ad ucciderla e a bruciare il corpo. La madre, non vedendola rientrare, era uscita di casa impensierita e, per cercarla, fu lei a fare la macabra scoperta. Oltre alla madre di Sara, anche la Vice questore Maurizia Quattrone ha partecipato al dibattito assieme a molti altri studenti, che, da casa in collegamento a distanza, hanno raccontato di storie di stalking vissute sulla propria pelle. Il docufilm “Sara”, ha voluto sensibilizzare le ragazze sulle dinamiche della violenza psichica e dello stalking, tutto questo grazie al liceo Peano.

Gabriele Lacerenza


Simone Ferrazza

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