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Gabriele Perelli&Lorenzo Biondi

Il giornalismo della verità

Giovanni Floris arriva al Peano



Giovanni Floris è un noto giornalista, conduttore televisivo e scrittore italiano. Nato il 19 aprile 1960 a San Gavino Monreale, in Sardegna, Floris è diventato un volto molto popolare nel panorama mediatico italiano grazie alla sua lunga e variegata carriera.

Dopo essersi laureato in Filosofia all'Università degli Studi di Cagliari, Floris ha iniziato la sua carriera giornalistica lavorando come inviato e conduttore in diverse emittenti televisive locali. Negli anni '90, ha ottenuto grande visibilità grazie alla sua partecipazione a trasmissioni come "Blob" e "Striscia la notizia".

Tuttavia, è con la conduzione del talk show politico "Ballarò" che Floris ha raggiunto il successo su scala nazionale. La trasmissione, andata in onda su Rai 3 dal 2001 al 2017, si è contraddistinta per la sua attenzione ai temi politici e sociali, fornendo un'arena di dibattito per politici, intellettuali e opinionisti di varie fazioni.


Giovanni Floris ha incontrato gli studenti del Peano il 27/04/23 per presentare il suo nuovo libro Il Gioco e noi di PeanoBar abbiamo colto l’opportunità per fargli alcune domande:


Una delle considerzioni più comuni sul giornalismo si basa sul fatto che ormai tutte le notizie vengano modellate da “piani alti”. Cosa ne pensa lei?

Innanzitutto i poteri forti non sono mai così forti, è difficile definirli, i poteri forti possono essere: la politica, qualcuno con molti soldi. In genere esiste un potere forte se esiste un giornalista debole. Non esistono poteri così forti da poter imbrigliare la volontà di un giornalista o di un cittadino qualsiasi. Ci sono stati momenti, nella storia, in cui è stato vietato di parlare, ci sono stati momenti nel nostro paese in cui era più complesso far sentire la propria voce, ci sono stati momenti in cui, ad esempio, c’erano pochi canali televisivi ed erano tutti in mano alla stessa parte politica ma erano comunque anni di libertà. Quello che si impara è che ci sono sempre degli spiragli in cui infilarsi, non si hanno alibi per essere liberi: c’è sempre un modo per essere liberi, c’è sempre un modo per criticare. Il giornalismo è la capacità di far crollare la certezza a chi ti racconta la certezza. Per fare questo bisogna studiare molto perché devi riconoscere la falla nel discorso degli altri, prendere il discorso degli altri, prendere la verità dai politici, prendere la verità dai religiosi, prendere la verità da chi ti racconta come è fatto il mondo, prenderla senza criticarla ci vuole ignoranza, la sapienza è trovare la debolezza nelle idee degli altri.


La nostra generazione ormai dai libri si sta spostando sempre più in massa verso serie tv e film. Secondo lei andrebbero scelti invece i libri ?

Dai per scontato che dovremmo leggere più libri. Guarda non so se dovremmo leggere più libri perché ci sono film e serie TV bellissime. L'altro giorno su “La sette” hanno trasmesso il film Il Gattopardo: bellissimo e vale tanti libri. Ci sono serie TV molto belle e non penso che Stranger Things sia meno di un libro, Stranger Things è bellissima, però anche i libri sono belli.

Allora noi viviamo una vita orizzontale in cui succede tutto continuamente; il libro va in verticale, ti fa riflettere sul momento, ma poi ti fa approfondire. Calvino diceva che la comunicazione perfetta è leggera e profonda. Si può essere profondi ma anche leggeri nel parlare, voi che fatte un giornale dovrete imparare a farlo.

Il libro ti insegna la profondità, la TV ti insegna anche la leggerezza, forse il cinema è quello che mette insieme la profondità e la leggerezza. Quindi non cancellerei nessuno dei tre mezzi, li salverei tutti e tre. Secondo me un ragazzo nel 2023 deve tenerli tutti e tre insieme. Un ragazzo che legge soltanto, nel 2023 perde dei livelli di comunicazione e un ragazzo che non legge nel 2023 anche perde dei livelli di comunicazione.


Il romanzo che ci sta presentando oggi, Il gioco, con che chiave di lettura va letto da noi studenti?

Io sono convinto che c'è solo una categoria fortunatissima nella scuola e sono i professori, perché vivono sempre lo stesso momento. Voi cambiate. Gli alunni se ne vanno, e per noi che siamo stati studenti e per voi che siete studenti, il liceo è solo una finestra di cinque anni mentre professori vivono questo mondo continuamente. La bellezza della scuola è lo spazio di cinque anni che viene regalato a ognuno di noi per ragionare sulle cose importanti, per leggere le cose belle e per immergersi in una dimensione che durante la vita scompare. C'è poco da fare, scompare, scompare per tutti tranne che per i professori! Allora qual è la chiave? La chiave è capire l'importanza di quello che state vivendo, da un punto di vista non solo culturale, non solo intellettuale, ma anche sociale. Cioè l'occasione di stare in così tanti ragazzi tutti insieme e di poter, diciamo, farsi un'idea di quello che è la vita, di quello che è il mondo, su quello che sono le persone; vivere momenti drammatici di solitudine, felici di collettività, drammatici di collettività, felici di solitudine. È un regalo che ci viene fatto nella vita per cinque anni. Allora quello che secondo me è importante anche nella lettura di questo libro è rendersi conto di quanto non è scontato il momento che state vivendo, capire l'importanza dell’ attimo.


Cosa ne pensa del caso Giletti?

Io lavoro a La7 dal 2014, non ho mai avuto interferenza su quello che volevo fare e sugli ospiti da chiamare, a differenza della Rai, in cui lavoravo prima: non ne faccio una questione di libertà, di quanta me ne posso prendere ma del contesto. In Rai bisognava sempre studiare un modo per non pagare conseguenze troppo pesanti per quello che si facesse, a La7 invece è molto più tranquillo. Il caso di Giletti non l’ho ancora capito, non ne hanno parlato nè lui nè Cairo. Quando Mentata ha detto a Giletti “vieni in trasmissione, parliamone” Giletti ha detto “meglio di no”. Quindi il contesto mi fa pensare che non sia un caso di libertà conculcata, perchè io ci lavoro e so che La7 non impedisce la parola, la reazione di Giletti e dell’editore mi fa pensare che sia un caso specifico legato a qualcosa ancora da chiarire, non mi sembra che Giletti abbia parlato di libertà tolta quindi sospendiamo il giudizio. A naso direi che probabilmente a breve sapremo di che si tratta, appena i PM daranno a Giletti la possibilità di parlare, sono sicuro che La7 non toglierà a Giletti la possibilità di parlare.



Gabriele Perelli 4I, Lorenzo Biondi 4I





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