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I limiti della dialettica


Non ho ancora studiato Hegel e mi riferisco perciò alla dialettica esclusivamente nell'accezione singola della forma di comunicazione e di pensiero.

Io smetto di fumare almeno 10/15 volte al giorno, non può essere così difficile, e non mi trovo in difficoltà quando il medico mi dice di smettere di fumare. A un certo punto il medico mi dice: "Se non smetti di fumare muori", (tralasceremo che il problema non si porrebbe se dicesse: "Se ricominci muori ", perché il nostro proposito non é quello di risolvere il dialogo tra fumatore e dottore, ma se riusciamo fare qualcosa di più ). La morte segna il limite della dialettica? Certamente si, c***o muori! Ma la prospettiva della morte? Risulta nella prospettiva della morte un caso strano, non perde valore il senso dialettico delle affermazioni sullo smettere di fumare, in quanto si fondano sul proposito comune a tutte le parti della dialettica (far capire qualcosa), che gli dà senso di esistere non dicendo nulla sul modo, che varia da una parte all'altra, ma la sua relazione con il resto di se stessa risulta inconcludente e insufficiente. Non mi accontento però di equiparare la misura dell'uomo a quella della sua dialettica, perché la prospettiva non é misura, la morte si.

Daniele Porchetti, 4I

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