La letteratura è uno straordinario strumento con cui gli scrittori trasferiscono in parole e riescono a esprimere i modi di sentire delle persone. I loro pensieri, le loro emozioni sembrano appartenerci e a volte anch’io nei romanzi o nelle poesie, quasi miracolosamente, trovo me stessa: l’autore rivela le mie stesse riflessioni, le mie domande ed è come se parlasse di me e per me. Ho avuto questa sensazione quando ho letto “L’Infinito” di Leopardi: ricordo ancora quando ho scoperto questa poesia per la prima volta e di come davanti ai miei occhi si sia aperto quel senso di vertigine che sicuramente ha colto anche lui: quella stessa sensazione che mi prende quando guardo il cielo di notte e mi accorgo di quante stelle e quanti pianeti ci siano in quell’oscurità oppure quando penso alla storia di tutti gli uomini che ci hanno preceduto e a quella che costruiranno quelli che verranno dopo di noi. La mia mente si perde e mi assalgono tante domande sulle cause di tutto l’esistere, sul suo fine, sul fluire del tempo e sul senso della vita di ogni uomo. Da dove veniamo, chi ci ha creato, perché l’uomo vive e muore, siamo finiti o eterni, siamo solo corpo o anche anima? In quei momenti, se da una parte mi sento infinitamente piccola e limitata di fronte all’immensità di ciò che mi circonda, dall’altra mi scopro orgogliosa della mia mente pensante e mi siedo anch’io dietro la siepe di Leopardi, immaginando le infinite risposte possibili: a volte mi viene un pensiero religioso e riconduco tutto a un disegno di Dio, soprattutto quando penso alla perfezione della natura oppure quando colgo la bellezza e l’intelligenza della creatura umana che si esprima in un’opera d’arte o si concretizzi in una scoperta scientifica; in altre mi sembra che nulla abbia un senso e che l’umanità intera si muova in balia del caso e del disordine; a volte ho fiducia nel futuro, altre penso che il destino della Terra sia nella sua distruzione… Da un concetto all’altro, da una teoria all’altra “il pensier mio” annega quasi come in un mare ma, come per Leopardi, si tratta di un dolce naufragio: l’infinito che mi circonda e le infinite domande che mi suscita mi affascinano e scopro, nella continua ricerca di risposte, il vero senso della mia vita.
Francesca Cristofori 3A
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