Vi è mai capitato di ritrovarvi davanti ad una scelta? La risposta è ovviamente si, altrimenti non sareste in grado di leggere questo articolo, e vi siete mai chiesti cosa fare?
Di solito, nella nostra normalità noi ci limitiamo ad osservare e a scegliere l'opzione più conveniente, ma su cosa basiamo il giudizio che quella opzione sia più conveniente?
La verità è che la dichiarazione che qualcosa sia più conveniente di un'altra deriva dalle esperienze della nostra vita. Se si ha sperimentato un dolore o una situazione di disagio su un evento, gli eventi simili o uguali futuri verranno automaticamente classificati come negativi. Per esempio se da piccoli ci si è strozzati con una compressa, in futuro si cercherà di evitare di prendere una pasticca. Così anche per lo studio: se lo studiare è stato affrontato in modo negativo da piccoli, lo studiare adesso sarà percepito come estremamente pesante.
Questo ragionamento vale anche per le cose con giudizio positivo: se da piccoli un evento si è affrontato positivamente (o comunque ha portato ad una situazione piacevole) la stessa situazione oggi verrà scelta di più in un confronto con altre.
E fino a qui niente di male, giusto? Beh, purtroppo ogni giorno ci ritroviamo davanti a delle scelte, quindi bisogna capire esattamente come superarle al meglio. Finché le scelte sono: meglio il vestito blu o quello rosa, non dobbiamo preoccuparci molto; ma quando la scelta diventa molto importante, abbastanza da cambire la propria vita, bisogna capire come trovare la migliore opzione.
Per prima cosa bisogna capire in che contesto ci si sta muovendo, prendiamo per esempio la scelta di un università. Come faccio a capire quale è la migliore opzione? Sicuramente il nostro ragionamento andrà ad analizzare i nostri 5 anni di liceo. Si può cominciare dal vedere qual è stata la nostra materia preferita: se la mia è stata scienze, allora cercherò università con indirizzi di medicina, biologia, chimica, ecc... Se la materia preferita è italiano, si cercheranno delle università con le facoltà di letteratura, giornalismo, scienze della comunicazione, ecc...
Dopo aver cercato un appiglio in quello che abbiamo già visto, ci chiederemo in cosa siamo bravi. Magari ci è piaciuta scienze ma siamo bravi a scrivere e quindi magari ci laureeremo in giornalismo per poi scrivere su una rivista scientifica, e così via.
Poi ci aspetta un terzo step, l'analisi su noi stessi: "Sono capace di stare al passo?" oppure "Quante probabilità ho di avere successo in questo?". Questo è il passaggio più importante e delicato perché se vi è un riscontro positivo, faremo la nostra scelta su quella facoltà. Ma è anche il più problematico e anche quello che tende a farci rinunciare a delle opportunità. Quello che bisogna fare a questo punto è fermarsi prima di autovalutarsi e munirsi di prove concrete relativamente alle nostre capacita (voti, commenti dei professori, opinioni altrui, ecc...) e organizzarle tutte d'avanti ai propri occhi, guardando effettivamente quante sono negative e quante positive. Dopo aver fatto questa analisi bisognerebbe fare una prova, tipo un'esercitazione come una verifica a scuola. Infine, porsi davanti allo specchio e fare una veloce analisi su chi si è: sulle cose che apprezziamo, anche banali, su come vediamo il mondo, ecc... Insomma sulla propria esperienza vissuta; tutte quelle cose che ci hanno fatto aprezzare il percorso che ci ha portato fino a quel punto, fino a quella scelta.
Dopo questo lungo processo si può rispondere alle domande: "Sono capace di stare al passo?" e "Quante probabilità ho di avere successo in questo?" Ma poi però c'è da considerare il fatto che nessuno può davvero prevedere il futuro e, quindi bisogna anche buttarsi, perché in questo modo ci si mette alla prova e si comprende il proprio posto nel mondo.
In pratica prima di fare una scelta bisogna fermarsi, analizzare dei dati frutto di esperienza passate, capire dove si è arrivati e buttarsi per provare se stessi.
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