top of page
Daniele Porchetti

Aporia in Marx

Proverò ,dopo una breve e compendiosa introduzione di base, a portare avanti il "cul de sac" senza appesantirlo con l'ovvio.

Nelle determinazioni eccezionali per capillarità che Marx offre nel suo "Il Capitale" rispetto il piano esclusivamente e altresí squisitamente economico, abbiamo prima fra tutte quella di merce, apprezzata per il suo valore intrinseco e non.

Distinguiamo 3 differenti valori della merce (tentando di avvicinarci di un capello alla didascalia marxiana ) la cui somma matematica offre il valore complessivo; Una merce innanzitutto é tale se relazionata a un'altra e ha di per sé solo un valore intrinseco, intendo nel suo stato naturale (al di l'à dello stesso subentra il valore del tempo di lavoro come ulteriore valore intrinseco), ovvero il "valore d'uso", questo é assunto dalla merce per l'uso che ne possiamo fare. La messa in relazione di una merce con un altra é ciò che propriamente fornisce "il valore di scambio", determinato dalla corrispondenza, per la quale ho una merce relativa (rispetto al suo valore d'uso e al tempo di lavoro impiegato a produrla) e una corrispondente (appunto alla prima ). I due caratteri interscambiabili delle due merci, che vivono condizioni diverse in momenti dialettici diversi, sono senz'altro il prodotto di una lettura degenere di Hegel (es: 1l ibra di seta=2 abiti), perciò trovano il faro nelle loro oscillazioni di valore in un terzo termine.

Il terzo termine, invece, del trinomio del valore é l'immancabile qualificazione quantitativa delle "ore di lavoro" impiegate per produrre una merce e, a seconda di queste, ci sarà un aumento o una diminuzione del valore complessivo che porterà a sua volta, rispettivamente, a una diminuzione o a un aumento del "valore di scambio".

Il coerente rivoluzionario ci informa inoltre, oserei dire apoditticamente, che dal valore d'uso dipende il valore di cambio, dal tempo di lavoro dipende il valore di cambio, perciò dal tempo di lavoro dipende il valore d'uso o viceversa; (es: una merce con valore d'uso "0" avrà valore di scambio 0, e il lavoro per produrla non sarà "lavoro utile" e perciò varrà 0) , é necessariamente il valore d'uso a dipendere dalle ore di lavoro, perciò abbiamo un problema, semplicemente perché se io faccio un cucchiaio con 20 minuti di lavoro del più banale tipo o con 3 ore con i più raffinati vezzi ornamentali ci mangerò comunque la minestra.



Daniele Porchetti 5I



2 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page