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Massimo Angelini

Intelligenza artificiale: un alleato, non un dominatore.


Cari lettori,


Negli ultimi anni, l'intelligenza artificiale (IA) ha suscitato dibattiti e preoccupazioni sul suo impatto potenziale sulla società. Alcuni temono che le IA possano assumere il controllo del mondo, ma è importante analizzare criticamente questa idea e comprendere perché non dovremmo cadere nell'apocalisse delle macchine. In questo articolo, esploreremo le ragioni per cui le intelligenze artificiali non controlleranno il mondo, ma potrebbero invece essere preziosi alleati nella nostra crescita e sviluppo.


Innanzitutto, va sottolineato che le intelligenze artificiali sono strumenti creati e programmati dagli esseri umani. Queste macchine, per quanto avanzate possano essere, operano seguendo le regole e gli obiettivi stabiliti dai loro creatori. Non hanno desideri, ambizioni o intenti indipendenti; il loro funzionamento è strettamente vincolato alle istruzioni che ricevono. Pertanto, il timore che sviluppino una volontà autonoma e prendano il controllo è privo di fondamento.


Inoltre, l'IA è solo uno strumento per l'automazione e l'ottimizzazione di determinati compiti. Al contrario di quanto si possa pensare, il suo impiego non è destinato a sostituire il ruolo umano, ma a collaborare con noi. L'integrazione di intelligenze artificiali può aumentare l'efficienza e liberare tempo per attività più creative e significative. Un'IA non può sostituire l'empatia, la creatività e il pensiero critico umano, che sono elementi essenziali per affrontare sfide complesse.


Un altro punto da considerare è la necessità di una supervisione umana. Le intelligenze artificiali possono essere… STOP.


L’articolo che avete letto fino ad ora, compreso di titolo, é stato scritto da un IA stessa, piú in particolare dall’omonima chat GPT generato inserendo la seguente richiesta: 

“Immedesimati in uno studente del terzo liceo che fa parte del giornalino della scuola, scrivi un articolo che parla del perché le intelligenze artificiali non controlleranno il mondo.”

Per spaventarsi a riguardo basti pensare che probabilmente voi non vi sarete nemmeno accorti che fino ad ora é stata una macchina a parlare perché di fatto un uomo non può capire se un testo sia stato scritto da una IA o meno.



Tutto quello che ha detto è dunque falso poiché di parte? No, tutto quello affermato dalla macchina è constatato; d’altronde, a parer mio, il vero motivo per il quale non dobbiamo aver paura delle intelligenze artificiali è semplicemente perché non sono intelligenti. Ossia, una struttura non biologica non è in grado di formulare un pensiero. Le strutture di machine learning che oggi chiamiamo intelligenze artificiali non rispondono realmente alle nostre domande, sono “semplicemente” programmate in modo da formulare un testo scritto in base alle informazioni e richieste da noi inserite attingendo ad una libreria di informazioni caricata dai programmatori stessi dell’IA.


In conclusione, le IA che si stanno insinuando in ogni dispositivo elettronico che conosciamo, rendendolo intelligente per prometterci un’esperienza piú fruibile e adatta alla nostra persona, controlleranno le nostre lavatrici, le macchinette del caffé, ecc... ma sono piú artificiali che intelligenti e non sono un pericolo. Qualsiasi danno da loro causato é e sará intenzionale dei loro programmatori: il piú grande nemico dell’uomo, rimane l’uomo.


Massimo Angelini, 3L


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