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La Svezia nella Nato. Possibili conseguenze

Giovedì 7 marzo, la Svezia è entrata ufficialmente nella NATO (North Atlantic Treaty Organization), diventando così il 32° membro dell’organizzazione militare intergovernativa dei paesi occidentali. Lo stesso giorno il primo ministro Ulf Kristerrson ha consegnato a Washington i documenti di adesione, sconvolgendo il mondo e portando ira nel governo russo. L’11 marzo a Bruxelles, nella sede generale della NATO, è stata issata la bandiera svedese vicino a quella finlandese, entrata nell’organizzazione un anno fa. Tutto questo ci fa capire che gli Stati Uniti stanno espandendo la propria influenza in tutta Europa, sia a livello economico che militare e soprattutto anche in paesi che nella storia sono stati maggiormente neutrali. Infatti, l’ultima guerra che la Svezia ha combattuto è stata la "Guerra svedese-norvegese" del 1814; lo stato successivamente ha evitato l’entrata in qualsiasi altro conflitto, persino nella seconda guerra mondiale, fornendo risorse alla Germania nazista. Tuttavia oggi entra in un’alleanza militare e afferma che, in caso di necessità, saranno pronti con il loro esercito. La NATO ormai da anni stava approcciando lo stato per la sua entrata, non permessa dall’Ungheria di Orban che tuttavia oggi ha consentito l'entrata della Svezia nell’organizzazione. Adesso, il governo scandinavo, dovrà prepararsi a una modifica dell’apparato militare, tra cui l’integrazione delle forze aeree e navali nella struttura di comando della NATO, ampliando il monopolio del Mar Baltico da parte dell’Occidente. Sono passati circa due anni dallo scoppio dell’invasione russa nei territori ucraini, compiuta proprio per evitare l’entrata nella NATO di altri stati, soprattutto di quelli confinanti con la grande federazione; tuttavia sembra che abbia portato letteralmente al fatto opposto. Altri stati si avvicinano all’Occidente, allontanandosi dalla Russia per paura di una possibile invasione.


Ormai in Europa sono pochi gli stati effettivamente neutrali; persino la Bosnia e la Georgia hanno chiesto l’adesione all’alleanza e ciò fa innervosire Putin che vede i confini del suo stato riempiti di assediamenti militari nemici. La Svizzera è sicuramente lo stato più preoccupante, ricordato sempre per la sua neutralità, ma oggi fornisce comunque risorse all’Ucraina, lasciando così l’Austria, l’Irlanda, la Bielorussia e la Serbia gli unici ancora distaccati dallo stato americano. L’Austria non può legalmente entrare nella NATO, poiché la sua stessa indipendenza dall’URSS la obbliga ad essere neutrale; invece la Serbia e la Bielorussia sono da sempre stati legati alla Russia. Persino l’ex impero zarista ha chiesto di poter entrare nella NATO non molto tempo fa, venendo chiaramente rifiutato, poiché l’organizzazione è stata costituita apposta per contrastare l’espansione comunista e, di conseguenza, la Russia. L’entrata della Svezia quindi, ormai era scontata e lascia perplessi sul futuro e sul possibile scoppio di una guerra termonucleare; a noi non resta che ascoltare i discorsi di Putin, quando minaccia apertamente dell’uso di ordigni che porterebbero alla fine della civiltà, e i discorsi di Macron, in cui critica lo stato russo minacciandolo a sua volta. Questo comportamento dell’Occidente che infastidisce le potenze dell’Asia lo ritroviamo anche a Taiwan e nella Palestina. Gli Stati Uniti, oggettivamente, vogliono un controllo più ampio delle situazioni geopolitiche mondiali, avendo come risultati solo l’allontanamento e le antipatie di stati come Cina e Russia. Questo non rende però le mosse di queste dittature giustificate quando minacciano degli stati sovrani che non hanno altra scelta che abbracciare il monopolio statunitense. La Svezia non è stata ufficialmente minacciata, tuttavia si è preoccupata del fatto che una possibile invasione sarebbe fatale; per questo è entrata nella NATO, per evitare questa possibilità. La Russia non può scontrarsi con la NATO, sapendo che un conflitto del genere sarebbe un suicidio; tuttavia sa che può invadere stati che vorrebbero entrare nell’organizzazione. Infatti, per evitare la guerra nucleare, anche gli stati occidentali non permettono l’entrata dello stato stesso nell’organizzazione. Quindi, ogni stato si dimostra previdente e richiede una protezione da parte di uno schieramento invincibile. Di conseguenza, anche la Russia cerca aiuto in caso di una possibile guerra, andando a sostenere economicamente alcune grandi potenze criticate dagli USA come Nord Corea e Cina. Un processo simile lo abbiamo già visto nella guerra fredda, quando la corsa agli armamenti avveniva perché l’altro la stava attuando. Rimaniamo noi impotenti rispetto a questi grandi scontri ideologici ed economici tra uomini che hanno la possibilità di distruggere il mondo e non sono sicuramente pronti. L’entrata della Svezia nella NATO è la ciliegina sulla torta che mostra un’Europa buia, dai venti freddi di Stoccolma al clima meridionale di Barcellona, e dall’altra parte una possibile alleanza di due stati che farebbe tremare tutto l’Occidente. La Guerra Fredda non è mai finita, è diventata solo più subdola ed è diretta contro la Cina, che a livello di crescita economica è più potente di noi; la BRICS è potenzialmente molto più ricca dell’Unione Europea. Nonostante tutto, l’entrata della Svezia potrebbe essere anche un fattore positivo; infatti, il governo svedese è riconosciuto, come la Finlandia, portatore di benessere e quindi può avere scambi culturali migliori con stati più retrogradi, come l’Ungheria o la Polonia, che fanno parte dell’organizzazione. Concludendo, questa preoccupazione che ritroviamo nella vita di tutti i giorni può essere colmata dal pensiero che finché non ci sarà un politico che vuole terminare la sua vita insieme al mondo, allora la guerra non scoppierà.

Flavio Bellucci 1B


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